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Perchè ai cani non piacciono le feste di paese?

Ieri sono andata alla festa della birra con alcuni amici e Charlie è rimasta tranquilla a casa, come a tutte le feste di paese c’era molta gente, musica, da mangiare e da bere.

Perchè vi sto scrivendo questo?

Perchè mentre chiacchieravo ho visto passare molti cani, tirati di qua e di là in quel casino di folla e rumori strani palesemente poco felici di essere li dove i loro proprietari si divertivano senza minimamente guardarli. Portare un cane in un luogo del genere vuol dire non essere in grado di capirlo e di tutelarlo, loro non si divertono a stare fermi al guinzaglio in mezzo alla gente che o li tocca di continuo o li calpesta. Spesso pensiamo che a loro basti essere con noi, e spesso è anche vero, ma ci sono delle situazioni che comunque non sono idonee per i cani. Loro stanno molto meglio a casa nella loro tranquilla cuccia, magari dopo una passeggiata fatta insieme oppure se non riusciamo al nostro rientro ci occuperemo di loro.

Un’altra cosa che ho visto è stata un cane che aveva il collare a strangolo e veniva costretto a stare immobile a due centimetri dal proprietario, appena provava a spostarsi veniva strattonato. Io non uso strumenti coercitivi perchè non credo che usare la forza ed il dolore siano utili nell’insegnare qualcosa e nel vivere serenamente insieme. Strattonare un cane che è già sotto stress per farlo stare fermo vicino a noi non ha nessun senso e non insegna nulla al cane, se non che quando il proprietario lo porterà in situazioni simili riceverà del dolore.  Il dolore e la punizione non dovrebbero mai venire usati, soprattutto in situazioni già pesanti come un festa di paese.

Prima di andare da qualche parte con il nostro amico peloso fermiamoci un attimo a pensare se effettivamente a senso portarlo con noi oppure se starebbe meglio a casa magari con qualche gioco o qualcosa da sgranocchiare.

Pettorina o collare?

Oggi va molto di moda usare la pettorina perchè negli ultimi tempi si è visto che crea meno fastidio ai cani al posto del collare fisso. Ci sono però vari tipi di pettorine e di collari.

Mi viene spesso chiesto cosa sia meglio. La mia risposta è quella di valutare sempre il cane, come reagisce ad entrambi e come si sente meglio lui indossando una o l’altro. Vediamo le due cose in dettaglio:

Il collare, ovviamente fisso:

– é comodo da mettere e togliere velocemente senza dare troppo fastidio al cane in quanto richiede meno manipolazione.

-Lo si può lasciare sempre addosso al cane in quanto crea meno disturbi fisici e il cane non riesce a morderlo o sfilarselo.

-Ha una minor probabilità  di impedire movimenti al cane rimanendo incastrato in rami e sporgenze e non crea fastidio nei movimenti.

-Se il cane tira gli crea fastidi al collo, in alcuni casi rischiando di respirare con più difficoltà.

La pettorina, meglio ad H (vedi foto)collari-cani-cuoio pettorina_h_rosso_2:

– Lascia libero il collo e spalle e permette miglior  movimento.

– Può venire usata erroneamente per tirare via il cane e toglierlo da certe situazioni che a noi non piacciono senza però dare informazioni giuste.

-il cane può morderla e togliersela facilmente.

 

 

 

Entrambi hanno quindi sia dei pregi che difetti nel loro utilizzo in quanto possono entrambi venire usati nel modo giusto o sbagliato. La cosa importante è vedere la risposta del cane ad entrambi, capire, per esempio se soffre la più lunga manipolazione data dalla pettorina o se invece potrebbe sentirsi meno soffocato da essa. Se invece il fatto di avere una cosa più ingombrante gli dà  piu consapevolezza dei movimenti e in alcuni casi sicurezza.

Quando si prende un cane, soprattutto un cucciolo l’importante è fargli conoscere entrambi in quando può sempre succedere l’emergenza di mettergli il collare o la pettorina in fretta. A volte può essere più comodo l’uso di un collare a volte la pettorina a seconda di dove siamo e dove andiamo.

Spesso mi viene chiesto se il cane tira meno con uno o con l’altro, dico sempre che dipende dal cane, ma che soprattutto non è lo strumento che fa la differenza, ma la relazione che abbiamo noi col cane al guinzaglio. I cani tirano per la maggior parte se sono sotto stress o se vivono in modo negativo il guinzaglio e questo non è dovuto al fatto che abbiano il collare o la pettorina. In quel caso è meglio lavorare sulla relazione e nel caso vedere quale dei due crea meno stress e fastidio.

Io per praticità  uso il collare, ma ogni cane e ogni persona e diversa quindi scegliete in base ai gusti vostri e del cane e provate sempre entrambi, se potete, in modo da vedere la differenza. La cosa importante è che il collare sia fisso, e la pettorina meglio ad H in quanto crea meno peso sulle spalle.

Un consiglio che vi do è anche quello di usare un guinzaglio lungo almeno un metro e mezzo in modo da permettere movimento al cane e di non usare i flexi che creano condizioni negative al cane in quanto si sentono sempre tirati indietro.

Lasciate sempre su un collare con la medaglietta in modo che il cane abbia un riferimento visibile. Se il cane è timido o pauroso e richiede un’antifuga ricordatevi che l’unica pettorina antifuga è la doppa H.

news!

Un piccolo annuncio per ricordavi che ormai da un paio di messi abbiamo qua ad Abbiategrasso un piccolo campo che utilizziamo insieme ad altri educatori. Qua potete  venire con i vostri amici a quattro zampe per imparare qualcosa di nuovo, divertirvi insieme, correre liberi, imparare nuove attività da fare insieme ed avere uno spazio tutto vostro. Inoltre si organizzano anche incontri sicuri con cani al guinzaglio o liberi a rete se volete aiutare il vostro cane a migliorare in presenza di altri cani.
Con il caldo l’unica cosa che viene richiesta è di portare acqua per voi e i cani e ovviamente i bocconi da usare come premi. Per fissare un appuntamento contattatemi, visto il caldo è preferibile venire o la mattina presto o pomeriggio tardi fino alle 20.00.

vi aspettiamo!serata ballo 005

cani liberi: si o no?

L’altro giorno stavo camminando nel parco con Charlie quando ad un certo punto ci arriva addosso un giovane cane maschio in modo molto irruento che ha messo in fuga Charlie. Lei è venuta da me e ha mostrato chiaramente segnali di non voler incontrare l’altro cane (coda bassa, orecchie tese e snap). Io chiedo gentilmente al proprietario di tenerlo in modo da potermi spostare e proseguire, la risposta è stata: “a ma io ora non lo riesco a riprendere perchè quando vuole giocare lui non torna”. Senza stare a dire cosa è successo dopo questo evento fa pensare molto, soprattutto quando si tratta di dover fare delle scelte per i nostri cani.

Io sono la prima a dire che i cani devono poter ricevere i loro momenti di libertà ed è quindi giusto lasciarli liberi di correre e fare un pò quello che più gli piace. Ogni volta che però liberiamo il nostro amico è giusto tutelare lui, noi, le persone e altri cani che potrebbero arrivare in quel posto. Bisogna quindi controllare in che ambiente siamo, in che stato d’animo è il cane e come reagiscono gli altri cani in presenza del nostro. Un cane che corre addosso ad un altro individuo sconosciuto non si sta comportando nel modo corretto e soprattutto non sarà in grado di leggere i segnali dell’altro cane, che magari non ha voglia di giocare o di conoscerlo.  Non tutti i cani giocano, infatti dopo i due anni di età pochissimi individui mostrano comportamenti di gioco nei confronti di altri cani. In più ci sono cani che per svariati motivi non giocano, l’età, dolori fisici, problemi sociali etc.  Soprattutto il gioco è una cosa sociale quindi dobbiamo avere entrambi i cani, se non di più, che siano favorevoli a giocare. Se uno dei due risponde in modo negativo alla richiesta di gioco la cosa dovrebbe finire li se invece c’è un insistenza da parte di un individuo allora la situazione potrebbe degenerare in modo negativo molto velocemente. Voler interagire con un cane a tutti i costi è come spintonare una persona che non ci sta minimamente calcolando e non vuole parlarci. Quindi non basta vedere un cane correre per poter dire sta giocando, ma bisogna guardare il contesto e i comportamenti di tutti gli individui presenti.

L’altro aspetto importante è la relazione che noi abbiamo col nostro cane. Quando usciamo con loro stiamo facendo una passeggiata insieme quindi è giusto controllare e prendersi cura del nostro amico in ogni momento. Andare al parco è una cosa bellissima per i cani, ma noi dobbiamo sempre essere presenti e interessarci a cosa sta facendo e condividere anche quei momenti in modo da far sentire la nostra presenza. Siamo noi che, per la maggior parte del tempo e delle volte, scegliamo cosa fare e dove andare e nello stesso modo quando tornare indietro e cambiare percorso. Cerchiamo di far si che le uscite siano sempre interessanti e svariate in modo che il cane possa avere diverse esperienze e quindi ricevere più stimoli. Un cane che sa come rispondere a diverse situazioni e che sa che il proprietario lo aiuterà se in difficoltà o nel bisogno sarà un cane ben stimolato ed equilibrato.

Cani che non tornano dal proprietario sono cani che hanno problemi relazionali e ci stanno dicendo che hanno dei problemi a tornare dalla persona che dovrebbe essere la loro guida. Un cane che crea insicurezza nei cani che incontra, non legge i comportamenti esibiti e non sente le richieste del proprietario è un cane che sarà solo e quindi potrebbe creare problemi in quanto tenterà sempre di arrangiarsi a modo suo. Quando usciamo con i nostri amici a quattro zampe scegliamo sempre posti giusti e situazioni che non causino problemi a noi ed agli altri. Se ho un cane che non torna perchè preso da stimoli (non torna anche dopo svariati richiami) e soprattutto crea pressioni negative a chi è presente devo trovare un modo per mettere tutto in sicurezza.

I cani, a mio avviso, vanno liberati nel momento siamo sicuri che essi non  creino problemi a persone ed altri animali, quindi non si buttano su tutti i cani che vedono, non infastidiscono persone ed esibiscono comportamenti molto fastidiosi. Soprattutto quando il cane è libero devo poterlo fermare e farlo tornare da me, questo non è difficile quando sotto c’è una relazione positiva e quando c’è uno scambio di segnali tra cane e proprietario che indica una condivisione del momento che si sta passando insieme.dog-park

Alcuni consigli:

-non lasciare cani liberi se abbiamo paura che possa arrivare una persona o un altro cane a cui possa dar fastidio.

-non liberiamo cani in contesti troppo caotici se il cane non mostra sicurezza.

-un cane che corre e si butta su altri cani non necessariamente è un cane che sta giocando.

-guardiamo e tuteliamo tutti i cani presenti e non solo il nostro.

-se il cane non ci ascolta ed è libero e sta importunando un altro individuo usiamo dei diversivi come cibo o un gioco per richiamare la sua attenzione su di noi.

Creare la giusta relazione tra noi è il nostro cane non è impossibile e soprattutto si può creare con tutti i cani, ma bisogna volerla e conoscere entrambi le parti per poter condividere veramente tutto in modo positivo ed in ogni situazione.

p.s nella foto vi sembra che tutti i cani siamo a loro agio?

 

Il mio lavoro fin’ora.

Ormai è passato un pò di tempo da quando ho iniziato questo lavoro e questo blog,  quindi ho pensato di fare un riassunto di quello che ho fatto ed imparato fin ora. Ecco l’elenco dei miei clienti a quattro zampe che mi hanno insegnando molto e lo fanno tutt’ora.

Ganesh: labrador maschio di 9 anni è stato il mio primo cliente ancora a Milano, facevamo le nostre piccole passeggiate pomeridiane a volte con Charlie a volte solo noi due. Stando quasi tutto il giorno da solo bastava poco per farlo felice. Mi hai insegnato che bastano piccoli segnali dati e ricevuti per dare sicurezza e rendere di nuovo piacevole uscire anche in presenza di cani. Infatti poco alla volta Ganesh ha smesso di reagire alla vista di un cane e bastava spostarsi appena per continuare il nostro giro. Spero che tu stia ancora bene con la tua famiglia.

Tico: Mix setter di 10 anni, abbiamo passato delle belle giornate con te e Charlie a correre nei prati del parco Forlanini dove piano piano ti sei affidato a noi, soprattutto a Charlie.

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Leopoldo
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Tico
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Muttley ed Halena
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Kobi
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Leone

Halena e Muttley: boxer femmina di 7 anni e boxer maschio. Siete i cani con cui lavoro di più e che vedo regolarmente. Prima eravate entrambi diffidenti e poco contenti ad uscire soprattutto quando eravate separati. Ma ora durante le nostre uscite ci divertiamo e il nostro rapporto cresce, con Muttley andiamo a fare il bagno e cercare cose divertenti in giro per i campi. Con Halena è più intenso il rapporto a volte fai un pò la prepotente, a volte sembra quasi senza motivo, ma piano piano sei sempre più chiara nel dirmi cosa ti preoccupa ed infastidisce e cerco di farti stare al meglio insieme a Muttley.

Leopoldo: Cocker maschio di 7 mesi. Quando ti ho conosciuto eri un cucciolo, irruento, scatenato e affamato di divertimento e a Charlie piacevi poco. Piano piano però sei cresciuto e stai diventando un cane fantastico, durante le nostre passeggiate ti diverti e ogni volta si impara qualcosa di nuovo. Crescendo sei anche diventato più simpatico a Charlie che ora a volte ti cerca e quando andiamo fuori ti insegna qualcosa sulla vita adulta dei cani.

Kobi: mix bracco ungherese di 1 anno. Con la tua proprietaria abbiamo lavorato molto per renderti più gestibile e controllare la tua euforia nel vivere. Abbiamo lavorato sul guinzaglio, sulla calma e su esercizi di apprendimento e ricerca. Hai sempre voglia di imparare e mi hai insegnato che col tempo le cose si fanno basta avere determinazione e usare i giusti segnali. Per ora hai fatto una pausa dall’apprendimento, ma spero tornerai presto per continuare a divertirci.

Leone: Jack Russell di 3 mesi. Quando i tuoi proprietari sono venuti eri piccolissimo, ed ero un pò spaventata all’idea di dover lavorare con un cucciolo cosi piccolo sia d’età che di dimensioni. Però sei cresciuto facendomi vedere come impari veloce e come man mano le tue potenzialità crescono, e quindi come lavorare con un cucciolo sveglio come te. Ora dobbiamo andare avanti senza fretta e imparando man mano cose nuove esplorando il mondo.

 

lavorare con il naso: cos’è il fiuto per il cane.

I cani usano principalmente tre sensi per muoversi nell’ambiente: la vista, l’udito e l’olfatto. La vista e l’udito vengono usati più spesso e con facilità in quanto costano meno fatica.

“il cibo più economico è quello più vicino, ossia individuabile con la vista. Se non c’è niente di commestibile ben in vista, allora il cane o il lupo cerca di ascoltare se sente il rumore della potenziale preda. solo se nessuno di questi due sensi gli è di aiuto per procurarsi il pasto, il cane mette in moto l’olfatto” (Anne Lill Kvam “il fiuto del cane tra gioco e lavoro”).

I cani, si sa, hanno un olfatto molto sviluppato che viene usato per comunicare e prendere informazioni dall’ambiente infatti le marcature sono un grande sistema di comunicazione canina. Inoltre l’olfatto è stato, anche usato per tantissime attività al servizio dell’uomo come la ricerca di dispersi,  di droga e addirittura per precise situazione mediche. Al di fuori di dell’utilizzo naturale dell’olfatto da parte del cane e quello utilizzato per determinati lavori l’olfatto viene usato poco nella vita di tutti i giorni nonostante sia una dote naturale e che tutti i cani di razza e non hanno. Infatti spesso non viene utilizzato il fiuto nelle attività di gioco o di apprendimento e quando il cane cerca durante le passeggiate lo si lascia spesso fare da solo. Molti proprietari non sanno che si possono creare bellissimi momenti di ricerca insieme e creare dei lavori di coppia in cui si sfrutta appunto questo senso per cercare cibo, oggetti o riconoscere specifici odori. Per il cane è molto divertente e gratificante cercare e gli permette di utilizzare un senso che per lui è facile essendo naturalmente portato ad averlo. La ricerca può essere svolta in diversi modi: cercare bocconcini o oggetti nascosti in percorsi o determinate zone scelte da noi, ricerca di persone (le cosiddette piste) oppure riconoscere determinati odori (sniffer). Ognuna di queste attività può essere svolta con un preciso training da seguire che da le informazioni giuste al cane e al proprietario su come utilizzare al meglio questo strumento che  l’olfatto. Infatti da parte del cane c’è la condivisione del fiuto in modo collaborativo mentre il proprietario deve dare giuste informazioni su cosa cercare e poi affidarsi al cane.

La ricerca oltre ad essere appagante è anche un’ottimo modo per passare del tempo insieme al cane, infatti cercare per il cane vuol dire usare molte energie, più di quelle spese in un’ora di passeggiata. Alcune attività possono anche essere svolte in casa o in spazi piccoli, ma tutte sono delle ottime occasioni per scoprire un lato unico e naturale del cane. Non servono quindi grandi spazi, investimenti né fatiche per iniziare un programma di ricerca, bisogna munirsi di qualche boccone alcuni giochi ed avere un buon programma con tutti i vari passaggi da fare per aumentare le difficoltà e provare le varie tipologie di ricerca.

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il gioco: uno strumento per divertirsi e migliorare il nostro rapporto col cane.

Fin da quando sono cuccioli tutti i cani giocano e soprattutto il gioco è uno strumento utilissimo per migliorare vari aspetti di una relazione quali la competizione gestita da una collaborazione tra i due individui. I cuccioli crescendo imparano, attraverso il gioco, a relazionarsi con altri individui gestendo la  propria forza fisica ed altrui, ad esplorare l’ambiente ed a cacciare. Per il cane il gioco è utile per fare attività fisica, controllare i propri comportamenti predatori tipici della specie, controllarsi in presenza di stimoli e collaborare attraverso comportamenti appropriati. Per il proprietario il gioco è un ottimo modo per divertirsi, gestire il cane in presenza di stimoli e capire al meglio alcuni comportamenti naturali del cane. Il gioco è tra cane e proprietario è quindi un’ottima occasione per rinsaldare il rapporto tra i due divertendosi ed imparando.

La base del gioco è la predazione caratteristica che tutti i cani hanno ed è il motivo per cui tutti i cani di ogni razza, taglia e tipologia può giocare. Inoltre la predazione per il cane è divertente, eccitante e può essere usato anche come sfogo dallo stress.

Ovviamente ci sono cani che hanno una maggiore motivazione al gioco data dalla razza, dal fatto che hanno giocato fin da cuccioli o semplicemente perché sono più motivati come individui. Alcuni cani adulti smettono di giocare, ma non per questo non si può provare a giocare con cani che non l’hanno mai fatto, spesso è facile trovare un modo per farlo divertire. Un esempio è il gioco che sono riuscita a creare io con Charlie, la mia meticcia di sei anni che non aveva mai giocato prima di stare con me. Con lei ho iniziato a muovere e tirare legnetti e oggetti vari in modo che lei li “predasse”. Quando lei prendeva l’oggetto lasciavo che lo mordesse e tenesse in modo da farla sentire bene e soddisfatta.  In questo modo ho innescato un gioco del tipo: troviamo un legnetto,me lo lanci io lo prendo e lo uccido. Ora in alcuni momenti ci divertiamo a cercare legnetti in giro e lanciarli in modo che lei si diverta a recuperarli e mangiucchiarli. Non so se arriveremo mai al riporto, ma per me l’importante è che lei si diverta (e pure io) e che riusciamo a condividere quel momento noi due.

Le tipologia di gioco sono principalmente due: il gioco sociale per esempio il tira e molla con la treccia, oppure giochi di predazione come il rincorrere una pallina. Nel tira e molla bisogna stare attenti a non innescare un alto livello di competizione, ma un rapporto di condivisione. Il cane può avere l’oggetto e decidere se in quel momento vuole condividerlo con noi o no. Quando lasciamo l’oggetto il cane può ridarcelo per lottare di nuovo o tenerselo per un po. Nel gioco di predazione spesso e difficile farsi riportare l’oggetto dal cane, ci sono diversi metodi per poter sviluppare il riporto in base al cane. La cosa importante è non voler mai avere un controllo sull’oggetto per evitare appunto un’alta competizione che porterebbe il cane  a reagire in uno stato emotivo negativo e non con le proprie competenze sociali. I cani sono più veloci di noi quindi è inutile rincorrerli e strappare le cose di bocca.

Per evitare una totale dipendenza dal gioco è meglio alternare momenti di gioco a momenti di relax o di esplorazione ambientale se per esempio siamo fuori. Quando usciamo lasciamo che il cane esplori in giro, socializzi (se vuole) e se poi possiamo proporre una sessione di gioco che potrà essere interrotta in qualunque momento sia da noi che dal cane. Soprattutto, è importante chiedere ed obbligare il cane a giocare in presenza di stimoli che lo preoccupano o che gli interessano. Il gioco deve essere un momento divertente e non una forzatura usata per evitare che il cane faccia dell’altro come socializzare e/o esplorare in giro. Se il cane in quel momento non vuole giocare chiediamoci perchè e cosa gli impedisce di farlo. Il gioco può essere un aiuto in alcuni casi isolando il cane dai problemi come per esempio la presenza di altri cani, ma non deve essere forzato. La cosa importante è ascoltare il cane e vedere se in quel momento si sta veramente divertendo o no.

Un problema che spesso si ha è il fermare la sessione di gioco, molti distraggono il cane e mettono via l’oggetto, oppure lo tolgono dalla bocca. Questi atteggiamenti però portano a forte stress da parte del cane e innescano, spesso, reazioni eccessive come cercare sempre l’oggetto o non riuscire a staccarsi dal gioco con la mente. Invece, è importante l’uso di segnali giusti per far capire al cane che si sta iniziando o finendo un gioco. I segnali, insieme anche a comportamenti che possiamo insegnare, vengono introdotti man mano che il cane impara a giocare e che il rapporto si rinforza. Il cane crescendo impara ad autocontrollarsi e fidarsi del proprietario in modo da capire se in quel momento è possibile giocare o no.

L’uso di giochi può essere utile, anche per far divertire il cane in casa e in momenti di “solitudine” e di svago individuale. Per questo è importante lasciare i giochi a disposizione del cane, in modo che anche se noi non possiamo giocare almeno lui possa svagarsi un po. Soprattutto i cuccioli dovrebbero avere sempre a disposizione qualcosa da mordere e con cui giocare.

Il gioco è importante nella crescita del cucciolo ed è un ottimo momento di svago e divertimento anche nella vita del cane adulto. Ci sono molti modi per giocare l’importante è sempre usare i comportamenti giusti e dare le giuste informazioni cambiando atteggiamento in base alla risposta dell’altro. Giocando cane e proprietario potranno imparare a capirsi di più e condividere un bellissimo momento e anche delle risorse usate per divertirsi. quali-giochi-fare-con-il-cane

 

il cane in città

Ormai si trovano molti più cani cittadini, in quanto le persone che vivono in ambiente urbano sono aumentate e di conseguenza anche i loro compagni. Ma quali sono gli aspetti importanti da rispettare quando si ha un cane che vive in città ? e quali sono gli aspetti positivi e negativi di questa vita urbana?

I cani ormai si sono ben adattati alla vita con l’uomo e anche all’ambiente urbano. Da un punto di vista civile bisogna ricordarsi sempre, quando si va in giro, di tenere a portata di mano un sacchetto per la raccolta degli escrementi in quanto è importante rispettare gli spazi pubblici. Usiamo sempre un guinzaglio idoneo a seconda del cane e del posto dove siamo. Non usiamo un guinzaglio troppo lungo in posti affollati, mentre possiamo lasciarlo lungo o lasciare il cane libero in posti dove è permesso e quando siamo sicuri che il nostro amico non possa dare fastidio a nessuno. Nei parchi è giusto lasciare libero il cane sempre che però sia tenuto d’occhio e non vada da persone che potrebbero venire spaventati o infastiditi dalla sua presenza. Anche in presenza di altri cani è giusto fare attenzione, la vista di un altro individuo non vuol dire necessariamente dover farli giocare. Prima di avvicinarsi, se proprio vogliamo far conoscere i due cani, chiediamo informazioni al proprietario e aspettiamo che siano i cani a decidere se incontrarsi o no. Se abbiamo cani aggressivi cerchiamo di evitare luoghi dove lo stress e quindi le reazioni aggressive potrebbero aumentare peggiorando la situazione. Inoltre se andiamo sui mezzi pubblici controlliamo sempre di star rispettando le norme in vigore portandosi dietro sempre la museruola.

Da un punto di vista canino la città  può essere vissuta come un’assoluto divertimento ed è facilmente condivisibile con il proprietario. Fin da cucciolo, ma anche da adulto dando il tempo di adattarsi la maggior parte dei cani può vivere in città. Bisogna sempre rispettare le loro esigenze, nelle uscite, è giusto soddisfare sia i propri bisogni (come andare a fare commissioni) che quelle del cane, magari andando nei parchi e zone verdi che ormai sono sempre più espanse nelle nostre città, , almeno un paio di volte alla settimana. Cerchiamo di creare dei percorsi sicuri in cui il cane può sentirsi libero di agire al meglio durante le passeggiate.

I cani di piccola taglia spesso vengono portati in giro per negozi, controlliamo sempre il loro benessere durante queste uscite. Per alcuni cani seguire il proprietario anche durante questi momenti può essere piacevole, ma è giusto capire se veramente per loro è cosi o è più un nostro bisogno. A volte si può anche venirsi incontro con dei compromessi soddisfando i bisogni di entrambi.

Se lasciamo i cani a lungo da soli in casa controlliamo che abbiamo modo di soddisfare i loro bisogni tra cui anche lo svago lasciando qualche gioco in giro. Per evitare incidenti sgradevoli creiamo anche degli orari di uscite abbastanza regolari in modo da regolare la loro giornata. I cani si abituano a stare da soli se sanno che al ritorno del proprietario potranno divertirsi e stare bene. Inoltre se possiamo permettercelo è ottimo chiedere aiuto a dog sitter e pensioni controllando la loro professionalià  e modo di lavorare.DSCN2146

Vivere in città  quindi non è difficile, basta avere la giusta gestione del cane nelle sue uscite, ore a casa e in ambienti pubblici soddisfano i loro bisogni al meglio. Inoltre nonostante lo stress che può crescere nell’ambito urbano è giusto creare degli spazi di svago e relax magari uscendo fuori dalla città  di tanto in tanto.

gestione al guinzaglio

Per molti proprietari di cani la gestione al guinzaglio è¨ sempre un grande problema, che però viene spesso risolto usando sistemi forzati, come tenere il guinzaglio teso e tirando via il cane, tralasciando fuori il vero e proprio problema. Infatti spesso si vedono cani strattonati da una parte all’altra della strada senza venire veramente ascoltati e portati in giro come sacchi di patate, questo succede spesso con i cani di taglia piccola. la gestione al guinzaglio invece va insegnata fin da quando mettiamo il guinzaglio al cucciolo e nel modo più  corretto o legato a collare fisso o alla pettorina. Molti pensano al guinzaglio come lo strumento per evitare problemi al cane e per controllarlo in ogni suo movimento. La passeggiata quindi da un momento tranquillo in compagnia diventa stressante e sia proprietario che cane sono in lotta per decidere sul da farsi.

I cani appena escono annusano, marcano, osservano l’ambiente per avere informazioni su cosa sta succedendo intorno a loro. Non bisognerebbe quindi trascinarli via, ma anzi permettere loro di annusare e persino assaggiare le cose a terra, anche se alcune cose come le feci possono sembrare schifose a noi. Bisogna ricordarsi che i cani vivono in modo diverso e soprattutto comunicano tra loro lasciando e ricevendo soprattutto odori, quindi lasciamoli studiare il terreno a modo loro. Interveniamo solo nel caso ci fosse un vero e proprio problema e in quel caso non tiriamo via il cane, ma cerchiamo di distrarlo. Infatti anche il cane legato al guinzaglio ascolterà  la nostra voce se sotto c’è la giusta relazione . I cani ci comunicano molto anche al guinzaglio, proviamo a vedere ogni quanto girano la testa o gli occhi verso di noi, in questo modo ci controllano per avere informazioni su cosa vogliamo e cosa vogliamo fare. Se per esempio ci spostiamo o cambiamo direzione usiamo anche la postura del corpo e la voce, a quel punto non ci sarà  più bisogno di tirare sempre il guinzaglio che servirà  solo a dare una informazione più definita al cane.

Lo spazio delineato dal guinzaglio, quindi un cerchio con noi al centro e diametro della lunghezza del guinzaglio deve essere un luogo sicuro. Una zona dove il cane si sente ben accettato e al sicuro, per questo non bisognerebbe farci entrare estranei se non accolti da entrambi gli individui alle estremità  del guinzaglio. Un problema diffuso è l’incontro con altri cani al guinzaglio premettendo che è sempre rischioso far incontrare due cani legati in quanto gli spazi e i movimenti di entrambi sono limitati. Una cosa che viene automatica è il tirare via il cane trascinandolo verso di noi o lontano dal problema. Questo però causa uno scambio di informazioni sbagliate in quanto il cane tirato via percepisce il dolore degli strattoni e li assocerà  alla vista di altri cani creando futuri problemi nelle interazioni. Se si vuole evitare l’incontro spostiamoci con calma, attraversando la strada e parlando al cane che a quel punto ci seguirà  sempre alla vista di un problema. Ricordiamoci sempre di vedere le reazioni e segnali del nostro cane per vedere se è interessato o no ad incontrare quel cane per prendere poi decisioni giuste e non affrettate.

Nella gestione al guinzaglio quindi la cosa importante, come nel resto in tutte le situazioni rimane sempre la giusta comunicazione e relazione col cane. Se diamo e riceviamo informazioni giuste il guinzaglio  sarà  solo un prolungamento del nostro braccio e quindi un aiuto in più, ma non uno strumento da usare al posto della comunicazione. Servirà  soprattutto in momenti di difficoltà  per aiutare il nostro amico ad affrontare le situazioni facendogli sentire la nostra presenza.

Se il cane tira cerchiamo di capire perchè e come risolvere lo stato di stress per far si che il cane si comporti nello stesso modo che sia legato o no. Spesso bastano pochi esercizi seguiti da un bravo educatore per aumentare le competenze e far si che le passeggiate tornino ad essere piacevoli.  Insomma il problema del tirare al guinzaglio è molto diffuso, ma spesso facilmente risolvibile bisogna solo avere pazienza e capire al meglio il nostro cane magari facendoci aiutare da un esperto.cane al guinzaglio

 

apprendimento: cos’è e cosa serve?

Cos’è:

I cani hanno bisogno di sviluppare quattro tipi di competenze nonostante spesso si guardi solo i lati fisici e sociali. Guardiamo le quattro competenze:

fisiche come mangiare, muoversi, dormire. Questi bisogni sono i più essenziali, e quindi vengono praticamente sempre rispettati. Nell’ambito nell’apprendimento al cane viene data la possibilità di conoscere meglio il proprio corpo e come usarlo per muoversi nello spazio. Molti cani, per esempio, non sono a conoscenza della parte posteriore del loro corpo. Facendoli toccare oggetti col le zampe posteriori può renderli più consci di avere una parte posteriore e quindi controllarla meglio. Questo aspetto è molto utile nel cuccioli in fase di crescita oppure nei cani con problemi fisici. Inoltre può aumentare la nostra conoscenza su come si muovono i cani e quindi trovare il modo di aiutarli in caso di necessità o imparare a leggere i loro segnali corporei usati per comunicare. Anche il nostro orientamento e uso nel corpo è fondamentale nell’apprendimento in quanto i cani leggono molto la direzione nel corpo per capire cosa devono fare. Decidere che movimenti utilizzare per dare dei segnali è importante per dare informazioni chiare.

sociali: interagire con individui sia interspecifici sia intraspecifici, in quanto fin da cucciolo è importante che i cani, conoscano il mondo dove andranno a vivere. I cani hanno bisogno di una famiglia dove sentirsi sicuri ed accolti, ma anche di sapere come muoversi nel mondo esterno. Nell’apprendimento la relazione più importante è quella col proprietario che infatti viene sviluppata molto durante le sessioni. Durante le sessioni si innesca una relazione basata sulla fiducia reciproca. Infatti l’apprendimento può aiutare i cani a fidarsi del proprietario a tal punto di fare cose che prima risultavano negative e incutevano un certo livello di timore. Cane e proprietario si uniscono nella ricerca di cose divertenti da fare in modo da innescare un gioco divertente per entrambi. Un altro aspetto è quello di rispettare i tempi e le richieste di entrambi, non chiedo ad un cane di fare qualcosa se in quel momento per esempio c’è qualcosa che lo preoccupa o interessa di più. Infatti l’apprendimento non è imparare un comportamento, ma è creare un momento divertente dove la principale caratteristica e creare una sintonizzazione tra cane e proprietario. Un altro aspetto dell’apprendimento e l’aiutare cani diffidenti verso le persone o oggetti. Infatti molti cani col tempo e la pazienza giusta possono decidere di avvicinarsi sempre di più pur di ricevere un boccone. Da qua la strada per il divertimento sarà più facile grazie alla totale scelta del cane che è libero di andare via o rimanere infatti si associa qualcosa di positivo a qualcosa che prima era, per il cane negativo.

-mentali saper crescere come individuo con le proprie caratteristiche che rispecchiano l’individualità di quel cane in diverse situazioni. Questo aspetto è meno visto dai proprietari, ma fin da cucciolo il cane deve poter sviluppare anche le proprie competenze mentali. Nell’apprendimento si può vedere come man mano che si va avanti il cane usa sempre di più questo aspetto per capire al meglio come arrivare prima al rinforzo. Infatti l’attività mentale del cane è talmente alta che le energie usate superano alla lunga quelle usate per un’ora di corsa nei boschi. Questo non vuole dire che dobbiamo fare solo apprendimento per farli stancare, ma far usare al meglio la mente ai cani li aiuta a ragionare e trovare le migliori soluzioni. Infatti un cane con competenze mentali sviluppate sarà poi in grado di usare le cose acquisite durante le sessioni anche nella vita quotidiana. Inoltre, l’apprendimento è comunque un modo di divertirsi e far allenare il cane in momenti in cui non si può uscire.

Emotive- la necessità di saper gestire le proprie emozioni in vari momenti della vita. Fin da cucciolo il cane è alle prese con le emozioni create dalle diverse situazioni in cui si trova. Durante l’apprendimento il cane manifesterà diverse emozioni come per esempio sentirsi frustrato per aver sbagliato o eccitato all’idea di ricevere un boccone. Il saper usare al meglio queste emozioni lo aiuterà poi nella relazione con altri individui. Un esempio è la gestione dell’eccitamento che può essere visto come positivo, ma se esagerato può creare problemi. Infatti cuccioli troppo irruenti possono diventare adulti pesanti da gestire nelle socializzazioni e quindi aver poi difficoltà nell’interagire con altri cani o persone. Cani in preda alle proprie emozioni possono diventare un problema per se stessi e gli altri in quando sono ingestibili. Nell’apprendimento nulla è statico e usare le emozioni, imparando a leggerle aiuta a migliorare le competenze proprie e del cane. È anche importante sincronizzare le proprie emozioni a quelle del cane che percepisce il nostro stato d’animo in ogni momento. Per lavorare bene bisogna volerlo ed essere nello stato mentale giusto per farlo, se siamo distratti, arrabbiato o stanchi avremo diversi risultati. Riconoscere le emozioni del proprio cane non è difficile basta veramente una minima conoscenza del cane.

In conclusione l’apprendimento è dare al cane competenze da sviluppare associando qualcosa di positivo e un rinforzo. Questo sviluppando anche la relazione col proprietario e conoscere l’ambiente esterno per poter sapersi gestire al meglio. Il cane impara a collaborare con noi in assenza di conflitti e migliorare la relazione con le persone. Inoltre l’apprendimento può essere utile per insegnare l’autocontrollo e la giusta gestione del cane da parte delle persone.

Tipi di apprendimento:

Ci sono due tipi di apprendimento:

stimolo: dove all’inizio creo io un comportamento inducendolo ed il cane segue, all’inizio uso un boccone poi solo il segnale. È importante che il cane riesca a staccarsi dal cibo, in quanto il comportamento delle essere visto come una cosa divertente che verrà poi premiata.

Modellamento classico:  un cui creo un’associazione temporale tra eventi. Il cane fa un comportamento corretto e io lo associo al premio, man mano il cane saprà quale comportamento sarà utile per ricevere il rinforzo. Ci sono due diversi tipi di modellamento, quello classico e quello operante in cui c’è la presenza del clicker. L’importante è la corretta gestione del tempo e delle informazioni che vengono selezionate.

Nel cuccioli l’apprendimento può essere fatto in stimolo dai due mesi, mentre l’operante dopo i sette mesi in quanto è molto alto lo stato emotivo richiesto.

Introdurre i segnali:

Quando il comportamento è ormai stato acquisito dal cane che lo esibirà in totale sicurezza si può introdurre un segnale, visivo, acustico o fisico (anche olfattivi come nell’agility). Nel momento in cui il cane mostra un’intenzione a fare quel comportamento introduco un segnale. Bisogna stare attenti anche ai movimenti che si fanno durante l’apprendimento infatti un leggero movimento corporeo può diventare un segnale. I cani sono molto bravi e veloci a leggere il nostro corpo ed è facile associare un movimento ad una richiesta. Un comportamento può avere diversi tipi di segnale, l’importante è usare sempre gli stessi. Se si vuole cambiare tipo di segnale si da quello vecchio, e poi quello nuovo in modo da cancellare poi quello vecchio.

Il clicker:

il clicker è uno strumento che si può usare nell’apprendimento come aiuto in più, infatti il metodo è sempre quello del rinforzo positivo. Ma durante la sessione di lavoro non cambierà il nostro metodo, infatti possiamo usare gli stessi movimenti, emozioni che usiamo senza clicker. Invece è uno strumento di precisione, aiuta il cane a concentrarsi meglio sul comportamento e aiuta noi a dare informazioni più precise. Il click va fatto nel momento del comportamento mentre magari la nostra voce arriva dopo e con le sbagliate emozioni. Durante una sessione il lavoro è diviso in tre parti comportamento-click.rinforzo, il clicker aiuta il cane a dare più importanza alla prima metà che alla seconda in modo da staccare la testa dal cibo. Infatti è importante che il clicker non venga associato al cibo, ma al comportamento. Infatti mentre tra il comportamento e il click non ci deve essere un tempo lungo tra il click e il rinforzo può succedere di tutto. Il clicker è quindi uno strumento in più per dare informazioni più dettagliate al cane e anche a noi.

 

 

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