Author: Marta Treves
apprendimento
I cani hanno bisogno di sviluppare quattro tipi di competenze nonostante spesso si guardi solo i lati fisici e sociali. Guardiamo le quattro competenze:
–fisiche come mangiare, muoversi, dormire. Questi bisogni sono i più essenziali, e quindi vengono praticamente sempre rispettati. Nell’apprendimento al cane viene data la possibilità di conoscere meglio il proprio corpo e come usarlo per muoversi nello spazio. Molti cani, per esempio, non sono a conoscenza della parte posteriore del loro corpo. Facendoli toccare oggetti col le zampe posteriori può renderli più conoscenza di avere una parte posteriore e quindi controllarla meglio. Questo aspetto è molto utile nel cuccioli in fase di crescita oppure nei cani con problemi fisici. Inoltre può aumentare la nostra conoscenza su come si muovono i cani e quindi trovare il modo di aiutarli in caso di necessità o imparare a leggere i loro segnali corporei usati per comunicare. Anche il nostro orientamento e uso nel corpo è fondamentale nell’apprendimento in quanto i cani leggono molto la direzione nel corpo per capire cosa devono fare. Decidere che movimenti utilizzare per dare dei segnali è importante per dare informazioni chiare.
–sociali: interagire con individui sia interspecifici sia intraspecifici, in quanto fin da cucciolo è importante che i cani, conoscano il mondo dove andranno a vivere. I cani hanno bisogno di una famiglia dove sentirsi sicuri ed accolti, ma anche di sapere come muoversi nel mondo esterno. Nell’apprendimento la relazione più importante è quella col proprietario che infatti viene sviluppata molto durante le sessioni. Durante le sessioni si innesca una relazione basata sulla fiducia reciproca. Infatti si aiuta i cani a fidarsi del proprietario a tal punto di fare cose che prima risultavano negative e incutevano un certo livello di timore. Cane e proprietario si uniscono nella ricerca di cose divertenti da fare in modo da innescare un gioco divertente per entrambi. Un altro aspetto è quello di rispettare i tempi e le richieste di entrambi, non chiedo ad un cane di fare qualcosa se in quel momento per esempio qualcosa che lo preoccupa. Infatti l’apprendimento è creare un momento divertente dove la principale caratteristica e creare una sintonizzazione tra cane e proprietario. Un altro aspetto è aiutare cani diffidenti verso le persone o oggetti. Infatti molti cani col tempo e la pazienza giusta possono decidere di avvicinarsi sempre di più pur di ricevere un boccone. Da qua la strada per il divertimento sarà più facile grazie alla totale scelta del cane che è libero di andare via o rimanere infatti si associa qualcosa di positivo a qualcosa che prima era, per il cane negativo.
-mentali saper crescere come individuo con le proprie caratteristiche che rispecchiano la sua individualità di quel cane in diverse situazioni. Questo aspetto è meno visto dai proprietari, ma fin da cucciolo il cane deve poter sviluppare anche le proprie competenze mentali. Nell’apprendimento si può vedere come man mano che si va avanti il cane usa sempre di più questo aspetto per capire al meglio come arrivare prima al rinforzo. Infatti l’attività mentale del cane è talmente alta che le energie usate superano alla lunga quelle usate per un’ora di corsa nei boschi. Questo non vuole dire che dobbiamo fare solo apprendimento per farli stancare, ma far usare al meglio la mente ai cani li aiuta a ragionare e trovare le migliori soluzioni. Infatti un cane con competenze mentali sviluppate sarà poi in grado di usare le cose acquisite durante le sessioni anche nella vita quotidiana. Inoltre, l’apprendimento è comunque un modo di divertirsi e far allenare il cane in momenti in cui non si può uscire.
Emotive- la necessità di saper gestire le proprie emozioni in vari momenti della vita. Fin da cucciolo il cane è alle prese con le emozioni create dalle diverse situazioni in cui si trova. Durante l’apprendimento il cane manifesterà diverse emozioni come per esempio sentirsi frustrato per aver sbagliato o eccitato all’idea di ricevere un boccone. Il saper usare al meglio queste emozioni lo aiuterà poi nella relazione con altri individui. Un esempio è la gestione dell’eccitamento che può essere visto come positivo, ma se esagerato può creare problemi. Infatti cuccioli troppo irruenti possono diventare adulti pesanti da gestire nelle socializzazioni e quindi aver poi difficoltà nell’interagire con altri cani o persone. Cani in preda alle proprie emozioni possono diventare un problema per se stessi e gli altri in quando sono ingestibili. Nell’apprendimento nulla è statico e usare le emozioni, imparando a leggerle aiuta a migliorare le competenze proprie e del cane. è anche importante sincronizzare le proprie emozioni a quelle del cane che percepisce il nostro stato d’animo in ogni momento. Per lavorare bene bisogna volerlo ed essere nello stato mentale giusto per farlo, se siamo distratti, arrabbiato o stanchi avremo diversi risultati. Riconoscere le emozioni del proprio cane non è difficile basta veramente una minima conoscenza del cane.
In conclusione l’apprendimento è dare al cane competenze da sviluppare associando qualcosa di positivo e un rinforzo. Questo sviluppando anche la relazione col proprietario e conoscere l’ambiente esterno per poter sapersi gestire al meglio. Il cane impara a collaborare con noi in assenza di conflitti e migliorare la relazione con le persone. Inoltre può essere utile per insegnare l’autocontrollo e la giusta gestione del cane da parte delle persone.
Tipi di apprendimento:
Ci sono due tipi di apprendimento:
stimolo: dove all’inizio creo io un comportamento inducendolo ed il cane segue, uso un boccone poi solo il segnale. è importante che il cane riesca a staccarsi dal cibo, in quanto il comportamento delle essere visto come una cosa divertente che verrà poi premiata.
Modellamento classico: creo un’associazione temporale tra eventi. Il cane fa un comportamento corretto e io lo associo al premio, man mano il cane saprà quale comportamento sarà utile per ricevere il rinforzo. Ci sono due diversi tipi di modellamento, quello classico e quello operante in cui posso usare il clicker.
Il clicker:
il clicker è uno strumento che si può usare nell’apprendimento come aiuto in più, infatti il metodo è sempre quello del rinforzo positivo. Ma durante la sessione di lavoro non cambierà il nostro metodo, infatti possiamo usare gli stessi movimenti, emozioni che usiamo senza clicker. Invece è uno strumento di precisione, aiuta il cane a concentrarsi meglio sul comportamento e aiuta noi a dare informazioni più precise. Il click va fatto nel momento del comportamento mentre magari la nostra voce arriva dopo e con le sbagliate emozioni. Durante una sessione il lavoro è diviso in tre parti comportamento-click.rinforzo, il clicker aiuta il cane a dare più importanza alla prima metà che alla seconda in modo da staccare la testa dal cibo. Infatti è importante che il clicker non venga associato al cibo, ma al comportamento. Infatti mentre tra il comportamento e il click non ci deve essere un tempo lungo tra il click e il rinforzo può succedere di tutto.
Il guinzaglio: strumento di tortura o di piacere?
Lavorando come educatrice cinofila, facendo la dog sitter e pensione per cani mi capita di lavorare con molti tipi di cane diversi tra loro per razza, individuo ed esperienze. La cosa che quasi sempre stupisce i proprietari è che con me il loro cane non tira al guinzaglio. L’altra cosa di cui molte persone si stupiscono è che spesso cammino con 3 o 4 cani al guinzaglio senza problemi. Un cane che tira può essere anche pericoloso, per se stesso e per gli altri per questo cerco di far in modo di evitare che accada. Non avendo doti magiche, per far in modo che la passeggiata sia un momento piacevole per tutti seguo alcune semplici regole, vediamole insieme!
Fin da cuccioli i cani hanno bisogno di fare esperienze ed esplorare il mondo che li circonda, Evitiamo di bloccarli appena si spostano da noi e mettono giù il naso, lasciamoli andare a curiosare. Più noi tiriamo più loro tireranno e si andrà ad incentivare il gioco del tiro alla fune dove chi tira di più vince. Cerchiamo di stare col nostro cane il più possibile evitando di guardare sempre il cellulare. Se mentre noi scriviamo messaggini, guardiamo facebook il nostro cucciolo ci tirerà dove vuole una volta diventato adulto lo farà ancora, ma peserà il doppio e tirerà più forte.
Durante la passeggiata interessiamoci a loro andando a fargli conoscere nuovi posti e rendendoci partecipi di cosa fanno. Ogni tanto richiamiamo la loro attenzione chiedendogli piccole cose da fare (tipo cercare cibo, un semplice esercizio o proponendo un gioco) in modo da essere attivi e non solo dei pesi all’altro capo del guinzaglio. Fermiamoci a fare piccole pause anche solo per riposarci e permettere loro di capire dove sono e cosa fare. Piuttosto che trascinarli via richiamiamo la loro attenzione e usiamo qualcosa, tipo dei bocconi.
Abituiamoli da subito al richiamo e alterniamo momenti di libertà (in zone chiuse e idonee per i cani) a momenti di camminata al guinzaglio in modo che si abituino subito alle due alternative. La passeggiata deve essere fatta di momenti dove siamo noi a decidere la strada e il tempo e momenti in cui è il cane a scegliere dove andare e quanto annusare. Ovviamente chi è alla guida deve farlo in sicurezza senza andare incontro a pericoli. Se dobbiamo fare commissioni e quindi siamo noi a decidere dove andare diamo dei chiari segni al cane che ci deve seguire senza storie. Quando abbiamo finito i nostri giri premiamolo con un momento dedicato a loro dove possono decidere dove andare e cosa fare.
Abituiamoli da subito al richiamo e alterniamo momenti di libertà (in zone chiuse e idonee per i cani) a momenti di camminata al guinzaglio in modo che si abituino subito alle due alternative. La passeggiata deve essere fatta di momenti dove siamo noi a decidere la strada e il tempo e momenti in cui è il cane a scegliere dove andare e quanto annusare. Ovviamente chi è alla guida deve farlo in sicurezza senza andare incontro a pericoli. Se dobbiamo fare commissioni e quindi siamo noi a decidere dove andare diamo dei chiari segni al cane che ci deve seguire senza storie. Quando abbiamo finito i nostri giri premiamolo con un momento dedicato a loro dove possono decidere dove andare e cosa fare.
Se il cane tira per tutto il tragitto, potrebbe essere che lo portiamo sempre nello stesso posto e quindi lui si aspetta di fare il solito giro e sentire i soliti odori. Anche i cani si annoiano e soprattutto tendono a diventare ripetitivi se non vengono stimolati andando ad anticipare sempre di più le nostre mosse. Cammino più in fretta per arrivare là e poi tornare a casa. Cerchiamo di creare nuovi percorsi, magari anche semplicemente lato della strada o piccole deviazioni in modo da evitare che il cane ci preceda, e creare un’aspettativa aumentando l’attenzione su di noi. Se il cane tira verso gli altri cani e verso altri stimoli (persone, bici, macchine) è semplicemente perchè non sa come comportarsi in quel momento. Cerchiamo di dargli tempo, fiducia e sicurezza in modo che non si sentano soli ad affrontare il mondo. Quando il cane tira e si agita stiamo fermi in modo che lui non abbia la possibilità di fare quello che vuole e veda che non riceve nulla in cambio. Appena smette e ci dà attenzione allora lo andiamo a premiare con la voce e all’inizio anche con dei premi. Alcuni cani hanno bisogno di più tempo per sentirsi sicuri e di una maggiore distanza dallo stimolo che lo spaventa. Se un cane è reattivo alle macchine inizierò a portarlo fuori dove c’è poco traffico per poi andare a lavorare, insieme ad un educatore e vedere fin dove lui possa avvicinarsi. Piano piano mi avvicinerò allo stimolo appena vedrò che il cane mette in atto i comportamenti giusti senza andare in stress.
Se lui tira per andare sempre dritto e veloce facciamo delle deviazioni, dei percorsi anche intorno a oggetti che troviamo come macchine, alberi, pali in modo che lui si senta obbligato a dare attenzione a dove stiamo andando.
La passeggiata al guinzaglio deve essere un momento piacevole di condivisione tra noi e il nostro cane. Ovviamente si possono fare passeggiate anche con gruppi di persone e altri cani. Ma una regole è quella di evitare l’incontro tra cani soprattutto se diventano insistenti. I cani hanno una comunicazione con tempi e distanze maggiori delle nostre infatti un cane sa già chi ha davanti a un centinaio di metri (maschio, femmina, adulto etc). Il guinzaglio accorcia troppo i tempi e le distanze per permettere una giusta comunicazione. Per i cuccioli poi se vengono fatti incontrare solo al guinzaglio poi per il resto della vita ad ogni cane che vedono vi tirerà verso di lui tirando sempre di più. Se incontriamo un amico oppure vogliamo comunque farli conoscere facciamo una cosa veloce e rispettando i loro tempi evitando giri ed aggrovigliamenti di guinzagli.
Il guinzaglio è uno strumento che va conosciuto e fatto conoscere al cane fin da subito. Spesso mi viene chiesto qual’è meglio (lasciando perdere quello a strozzo ovviamente) e se meglio collare o pettorina. Ma la risposta bisogna vederla facendo provare il cane e vedere con quale o la miglior risposta. Infatti tutti gli strumenti fanno male se usati male e bene se usati nel modo giusto. Qua faccio una parentesi sul flexi, per me strumento sbagliato e pericoloso. Infatti il flexy nasce per essere tirato e incentiva ancora di più il cane a tirare. Se cade non si ferma e il pezzo di plastica può essere pericoloso andando a far male a qualcuno o al cane spaventandolo. Se vogliamo permettere al cane di avere più spazio (magari in campagna) usiamo delle lunghine meno pericolose e più simili al guinzaglio classico.
Ed infine, ricordiamoci sempre che nessuno meglio di un maestro può aiutarci a comprendere ad educare il nostro amico.
Quindi, senza timore, mano al telefono e chiamiamo un educatore qualificato: con pochi esercizi saprà rendere speciali le nostre passeggiate!
Cani grossi e piccoli: possibile convivenza?
Mi viene spesso chiesto consiglio per far convivere un cane di grossa taglia con uno piccolo. Che sia per un breve periodo o una scelta dovuta ad un cambiamento di vita è bene sapere alcune cose. Anticipo che non c’è una risposta giusta perchè ogni situazione è diversa in base agli individui, canini e umani e alla situazione. ma è comunque giusto anticipare alcune nozioni di base e sapere di dover prendere determinate precauzioni.
Il rischio principale è dovuto alla grossa differenza di peso e quindi forza dei due individui che anche giocando possono correre dei rischi. Un cane di 25 kg può ferire anche gravemente un cagnolino di 5 kg semplicemente andandogli addosso un pò come se noi giochiamo con un bimbo piccolo. Quindi è giusto capire se il cane più grande è in grado di controllare la propria forza e se ha il controllo del proprio corpo per gestire l’altro. Il nanetto dovrà invece essere in grado di sapere gestire il compagno senza averne paura. Il gioco e la socievolezza con varie tipologie di cani la si impara con l’esperienza, che può essere fatta in aree cani, passeggiate o asili durante la crescita del cane. Un aspetto importante quando cresciamo un cane nella nostra società in cui possiamo incrociare diverse razze e taglie in giro, dal maremmano al piccolo maltese.
Un aspetto molto importante è poi la predazione, quanto istinto predatorio ha il cane? se il piccolo jack russell viene scambiato per una lepre ogni volta che si muove non avrà vita facile. Un pò come la prova coi gatti è giusto sapere quindi se il nostro cane ha un istinto marcato e se lo controlla o meno.
Ultima, ma fondamentale informazione è la capacità sociale dei due cani. Se sono ben socializzati e hanno una giusta comunicazione tra simili sarà più facile. Un chihuahua che è sempre stato in casa o in braccio non riuscirà a comunicare bene con il nuovo arrivato creando tensioni e problemi.
Vediamo ora un elenco delle precauzioni da prendere:
Se possibile iniziamo a far conoscere i due cani in zone neutre facendo passeggiate in modo che si conoscano per gradi. Se sono tranquilli possiamo farli incontrare con delle lunghine o a rete e poi liberi. Se possibile possiamo mettere come precauzione iniziale la museruola (basker) al cane grosso in modo che non possa ferire gravemente l’altro. Se saputa portare la museruola non è una tortura, ma per il cane solo uno strumento che tutela lui e noi. Evitiamo giochi e situazioni di stress per non creare motivazioni di liti.
In casa mettiamo dei cancelletti in modo da tenere i cani separati inizialmente e vedere come reagiscono in sicurezza alla vista dell’altro. Il cancelletto è utile quando il cane di piccola taglia ha bisogno di staccare e stare in sicurezza oltre che servire quando sono soli. Infatti non lasciare i cani soli insieme se non abbiamo la sicurezza totale che si tollerino e rispettino.
Dobbiamo essere consapevoli che non sempre la situazione può evolvere al meglio, e può capitare che i due cani non possano convivere liberamente insieme. Questo perchè può sorgere qualche aspetto che non li fa entrare in sintonia. Può essere che siano dello stesso sesso, è difficile per esempio che un pit bull conviva serenamente la presenza di un maschio anche se di taglia piccola in casa. Oppure uno dei due cani abbia una forte motivazione territoriale che non accetta l’altro in casa (magari fuori si). In questo caso se non abbiamo alternative dobbiamo essere pronti a tenere i due cani separati tutelando entrambi.
Diffidate di chi dice che col tempo si abituano, chi sostiene che alcune razze amano i cani di taglia piccola e viceversa. Andare d’accordo con un altro cane non è facile come per noi non è facile andare d’accordo con tutti soprattutto se sono molto diversi a livello fisico e caratteriale. Chiedete sempre consiglio a chi è esperto cercando di fare il percorso più idoneo per voi e il cane.
l’adolescenza del cane
“L’adolescenza è l’epoca in cui l’esperienza la si conquista a morsi.”(Jack London).
Quando decidiamo di prendere un cucciolo la maggior parte delle volte sappiamo che bisognerà insegnargli alcune regole base: fare pipi fuori, non mordere oggetti e persone, andare al guinzaglio e altro. I cuccioli crescono sotto la nostra ombra e in base alle esperienze fatte fino ai 4 mesi crescono senza grossi problemi. Spesso si pensa che le cose si sistemeranno da sole o che è presto per andare ad educare il cane e la famiglia. Molte persone vengono da me quando il cane ha ormai 6/8 mesi ed è li che inizia il delirio perchè si, come nell’uomo, anche nei cani c’è l’adolescenza. Questo periodo infatti è molto delicato e rende impegnativo iniziare un periodo educativo che spesso è meglio iniziare prima o dopo.
Tra i 6 mesi e l’anno e mezzo fino ai 2 anni per le razze più grandi ci sono cambiamenti fisiologici e comportamentali del cane che non sono per niente semplici. Mentre quando era cucciolo siamo riusciti ad insegnargli il seduto, a non tirare, a giocare, ora ci troviamo di fronte ad un cane totalmente diverso.
Non ascolta più, è molto più attratto dall’ambiente che da noi, non gioca con gli altri cani, non sta fermo un attimo e mette in atto comportamenti all’apparenza minacciosi e scontrosi. Per questo motivo molte persone per la paura di perderlo, che possa farsi o far del male iniziamo ad isolarlo rendendo però le cose molto più difficili per la crescita equilibrata del cane.
Ma cosa succede?
In primis vengono in atto cambiamenti fisiologici con l’aumento della produzione degli ormoni più graduale nei maschi che producono testosterone fin da prima della nascita in quantità sempre maggiore. Mentre nelle femmine c’è un picco di ormoni durante il calore che poi si riassetta quando finisce il periodo fertile. In entrambi i sessi la maturazione sessuale è fondamentale per la completa crescita dell’organismo sia a livello fisico che mentale. Si è visto per esempio che andare a sterilizzare in questa età crea grossi problemi a livello di malattie ortopediche (come la displasia), alcune tipologie di tumori e malattie come il diabete che possono insorgere più avanti. Il fisico in generale finisce di crescere andando a terminare lo sviluppo osseo, celebrale e dell’organismo andando a influenzare il comportamento con momenti di rapidi cambiamenti. In questa fase i cani possono avere fastidi, dolori, sbalzi umorali dovuti alla rapida evoluzione del loro corpo. In questo periodo è importante fare attività fisica controllata e non esagerata per non creare traumi a livello delle articolazioni che sono in fase di assesto. È giusto fare attività, anche sport, ma non a livello agonistico e sotto stretto controllo. Inoltre se il cane sembra più svogliato potrebbe essere che abbia fastidi da qualche parte.
Per quanto riguarda invece il lato comportamentale l’adolescenza è quel momento in cui i cani, come i ragazzi, non sono più bambini, ma nemmeno adulti. Si sentono molto più attratti dal mondo esterno di cui non hanno più timore, motivo per cui tendono ad allontanarsi di più. Noi non siamo più i loro protettori, ma dobbiamo diventare i loro compagni di avventure e quelli che li aiutano nelle difficoltà. Se abbiamo lavorato bene quando erano cuccioli, ora dobbiamo lavorare sulla fiducia che abbiamo in loro e noi in loro. Lasciandoli liberi quando sono in grado di sapersi gestire, e insegnandogli a crescere in modo responsabile. Non lasciamoli in balia degli eventi e di loro stessi, ma guidiamoli nella scoperta del mondo. Inizieranno a provare emozioni più intense che rimarranno nella loro memoria e a volersi confrontare con la realtà. Succede che spesso provino paure per cose strane o prima innocue, ma è fondamentale che facciano esperienze per imparare a controllare i loro sbalzi di umore. Le lezioni di educazione possono sembrare sprecate, perchè sembrano svogliati, ma saranno sempre utili se loro ne traggono beneficio. Anche se sembrano non ricordarsi più come fare un seduto, lo terranno a mente, ma ora sono impegnati a crescere e scoprire il mondo. Può essere più utile insegnargli a controllare l’autocontrollo, la relazione con altri individui e lavorare molto sulla relazione con voi
Molti hanno paura a far socializzare in questo periodo i cani perchè iniziano a mettere in atto comportamenti che ha noi sembrano pericolosi. Il gioco non è più il divertimento dei cuccioli, ma si inseriscono momenti di tensione soprattutto tra maschi di età simile. Ma è fondamentale che, con le dovute precauzioni, gli adolescenti si fronteggino con altri e se stessi per capire che posto avranno nel mondo. Gli adolescenti devono aver modo di imparare da adulti competenti sia maschi che femmine per capire quando è il caso di mettersi in gioco e quando invece si può stare insieme in tranquillità. Tenendo sempre conto della razza e dell’individuo facciamo in modo che il nostro cane faccia sempre esperienze di relazione corrette in modo da imparare a calibrare sempre le proprie abilità. I maschi possono e devono imparare a confrontarsi senza andare in rissa e creare situazioni che possono degenerare. Ovviamente anche in questo noi dobbiamo essere di fianco al nostro cane come supporto e guida. Molte persone isolano soprattutto i maschi per paura che possano far del male, ma facendo cosi loro cresceranno senza esperienza e quindi senza poi sapersi controllare da adulti. Inoltre e fondamentale che entrambi i sessi imparino a rispettarsi e conoscersi. La socializzazione in questa fase è molto delicata, ma fondamentale per creare adulti responsabili.
Tutte le attività del cane vengono modificate dal gioco alla passeggiata, ma se continueremo a fare in modo che continui a fare le esperienze giuste diventerà un adulto responsabile. A differenza dell’infanzia l’adolescenza è lunga e più complessa, ma è anche il periodo della vita di un individuo che segna ciò che sarà da adulto. Sarà importante che noi non cambiamo il nostro ruolo di compagno al loro fianco e non perdiamo la loro fiducia.
Seppur è preferibile iniziare l’educazione e l’insegnamento di un cane da cucciolo è fondamentale continuare durante l’adolescenza. Se riusciamo a crescere il nostro cane per i primi due anni in modo giusto avremo al nostro fianco un vero amico.
I pitbull: cani assassini o cani incompresi?
La parola pitbull deriva dall’unione di pit- arena e bull toro dovuto al loro primario allevamento ed utilizzo come cani da combattimento nelle arene fino al 1800 almeno in Europa (nel 1830 diventò illegale in Inghilterra). Questo aspetto ha fatto si che l’american pitbull terrier abbia un passato non troppo lontano da killer di cani. Questo aspetto è fondamentale per capire il poco interesse e la bassa capacità di questi cani di interagire tra loro. Cani nati per uccidere i loro simili hanno una bassissima motivazione sociale interspecifica. Molti bulli infatti all’arrivo dell’età adulta tendono ad avere una bassissima tolleranza tra conspecifici motivo per cui non dovrebbero quasi mai stare liberi coi cani soprattutto se non conosciuti. Sono cani muscolosi e veloci caratteristiche derivanti dagli antenati terrier e utili nei combattimenti insieme ad un’alta motivazione predatoria, possessiva e competitiva. Vengono spinti dalle emozioni e hanno un’alta reattività cosa che gli rende veloci a cambiare umore e intenzione. Passano da essere sdraiati tranquilli in un prato a attaccati al cancello in un batter d’occhio. Pur non essendo nei primi posti come cani di per sé pericolosi lo sono per la potenza e resistenza muscolare che possiedono. Se non vengono cresciuti consapevolmente e seguendo regole precise possono farsi guidare dalla competizione e predazione senza sapersi fermare. La loro reattività oltre alla potenza mandibolare e conformazione fisica soprattutto del collo li rende delle potentissime macchine da combattimento. La loro bassa socialità li rende quindi poco adatti alle aree affollate da altri cani come le aree cani e vite frenetiche come la nostra epoca moderna.
Dai cugini molossi ereditano una forte motivazione protettiva ed affiliativa cioè il bisogno di proteggere ed appartenere ad una persona. Motivo per cui i pitbull hanno un fortissimo bisogno di vivere a strettissimo contatto coi proprietari e soffrono terribilmente se lasciati soli e nei canili. Il loro forte bisogno di appartenenza non li rende adatti quindi a persone che sono tante ore via da casa o che tendono a cambiare molto routine. Sono cani che tendenzialmente hanno un’ottima affinità con le persone e coi bambini cosa però spesso presa alla leggera. Questo lato li rende capaci di resistere a qualsiasi dolore pur di stare col padrone motivo per cui prima di reagire a qualsiasi punizione ci vuole molto. Ma la loro reattività e forte bisogno di usare la bocca li rende pericolosi se non viene insegnato il controllo in momenti di gioco e vita. Come tutti i cani devono imparare a giocare nel modo corretto con i giusti strumenti. Dl proprietario invece dovrà fare molta attenzione a conoscere piccoli e veloci cambiamenti di umore e motivazione del cane per interrompere al momento giusto.
Nella storia i bull di tipo staffy diventano, come molti cugini molossi, cani da guardia delle case e del bestiame. Mentre dai pitbull meno aggressivi nasce l’amstaff razza riconosciuta dall’enci, ma che conserva le caratteristiche principali dei cugini. Essendo però discendenti da altre linee genetiche tendono a poter convivere di più con altri cani ovviamente con tutte le precauzioni. Questo non vuol dire che i pitbull non possano stare coi loro simili, ma serve un lungo e costante lavoro di socializzazione e soprattutto fiducia e rapporto col proprietario.
Come tutte le razze anche i bulli hanno la loro storia e le loro caratteristiche che sono importanti da tenere conto quando si ha a che fare con uno di loro. Oggi però si tende a parlare molto dei pitbull come cani assassini e pericolosi. Inoltre ed è forse la cosa più pericolosa stando nascendo razze che derivano da questo genere di cane senza però tenere conto della genetica e delle caratteristiche. Se ci informiamo vedremo che i cani di tipo pit hanno una bassa motivazione sociale inter specifica. Se siamo persone che amano socializzare e vogliamo andare nelle aree cani o là dove ci sono altri gruppi cinofili forse il pit non fa per noi. Se poi tendiamo a far socializzare il nostro cucciolo solo coi suoi simili finirà con il non saper socializzare con cani diversi da lui e avrà sempre un gioco fisico che può diventare pericoloso. Dobbiamo anche tenere conto della forte tendenza predatoria di questi cani soprattutto in presenza di cani di taglia piccola e altri animali.
Insegnare a questi cani l’autocontrollo e le regole di gestione è fondamentale per avere sempre la possibilità di fermarli e farci sentire. Spesso poi vengono presi dai canili e cresciuti senza tenere presente il loro passato che però può venir fuori da un momento all’altro creando problemi. Se siamo quindi persone che hanno poco tempo da dedicargli e viviamo molto la giornata il pitbull non fa per noi. Come non è indicato come primo cane in quanto ha caratteristiche che richiedono molta conoscenza e lavoro.
I pitbull non sono assassini, ma sono per le loro caratteristiche fisiche e comportamentali cani complessi e che possono diventare facilmente pericolosi. Sono cani che hanno la capacità di uccidere e se cresciuti male possono diventare veramente ingestibili in una società caotica come quella di oggi.
Personalmente penso che come per tutte le razze i pitbull abbiamo dei pregi e dei difetti. Ma essendo cani molto particolari nella loro evoluzione fisica ed emotiva sia fondamentale avere le basi per una corretta gestione. Nessun cane è per tutti, ma l’alta capacità di poter far male di un cane di tipo pit sia alle persone che ai cani deve essere tenuta conto quando si scelgono cani di queste tipologie. Inoltre chi li prende deve essere consapevole che hanno determinate esigenze e che bisogna tenere determinate precauzioni, come non lasciarli liberi se soli, inserire regole e crescerli con consapevolezza.
I pitbull non vanno discriminati, ma vanno protetti e rispettati conoscendo la loro pericolosità dovuta al loro passato, non troppo lontano in cui venivano usati per uccidere. D’altronde un cane nato per far del male ai suoi simili non può diventare un cagnolino da salotto.
p.s nella foto Thor il nostro amstaff cerca casa a rescuebau!
Come risolvere il problema della pipi in casa del cane cucciolo e adulto:
I cani sono animali tendenzialmente puliti, imparano già i primi mesi di vita dalla mamma a sporcare lontano da dove mangiano e dormono. Dopo lo svezzamento se glielo si insegna nel modo giusto e con un po’ di pazienza è facile evitare che facciano pipi in casa. In natura le feci vengono fatte lontano dai luoghi di riposo e dove mangiano.
Tutte le informazioni e i consigli sono da vedersi se il cane è sano e non ha problemi a livello del sistema urinario, intestinale o comportamentale. Consiglio sempre una visita dal veterinario se il problema non si risolve nei tempi necessari e prima di lavorare su eventuali motivi comportamentali.
Iniziamo a vedere come fare quando arriva un cucciolo in casa:
Inizialmente il piccolo andrà a farla un po’ in giro cercando luoghi più tranquilli, ma se facciamo attenzione noteremo che principalmente sporcherà dopo aver fatto la pappa, giocato o appena sveglio. Possiamo prendere questi punti come inizio per portarlo fuori, per esempio subito dopo la pappa oppure appena finito di giocare o ancora meglio giocando fuori in un posto tranquillo. Iniziamo a far uscire il cucciolo sempre negli stessi orari in modo che inizi a regolarsi durante la giornata e ovviamente facendolo uscire spesso all’inizio anche ogni 3 ore. Piano piano poi diminuiamo le uscite mantenendo quelle che saranno le uscite giornaliere che vogliamo mantenere.
In casa evitiamo di sgridarlo se troviamo delle sorprese in giro, l’unica cosa che capirà e che siete arrabbiati con lui, ma non collegherà il fatto di aver sporcato. Mettere il muso nella pipi, urlare e chiuderlo da una parte non serve a nulla se non ad aumentare l’ansia e fargli perdere fiducia in voi. Se proprio volete proteggere i pavimenti usate dei giornali, imparerà che se proprio scappa la farà li avendo cura di toglierli man mano che la farà sempre di più fuori. Ora usano molto le traversine, ma dipende molto dal cane e da come viene usata, spesso confonde un po le idee su quando si può e quando no. Inoltre diventa difficile distinguere la traversina da un tappeto soprattutto se cambiamo casa o ambiente. Se per esempio amiamo viaggiare col cane sarà difficile abituarli nei posti nuovi.
Quando la fa in casa è utile pulire bene dagli odori in modo che non abbia la curiosità di rifarla nello stesso punto, stando attenti a non utilizzare prodotti a base di ammoniaca, la quale richiama l’odore della pipì.
Fuori premiamo il cucciolo appena sporca con qualche premio o una carezza o un semplice “bravo” in modo che lui associ la pipi/cacca ad una cosa positiva. Per aumentare la voglia di sporcare andiamo in posti dove ci sono odori, possibilmente di altri cani, in modo che aumenti la curiosità e torniamo in posti dove l’ha già fatta. Alcuni cuccioli all’inizio la fanno solo sull’asfalto o sull’erba e a volte si sentono inibiti dal guinzaglio, provatele un po’ tutte e prima o poi arriva!
Da non scordare mai: il cucciolo è un pò come un bambino. Le sue priorità sono dormire, mangiare, giocare, imparare. Spesso capita che nella “distrazione” del momento si renda conto che gli scappa la pipì e quindi la faccia di colpo, non appena è più tranquillo o nel bel mezzo del gioco. Non arrabbiatevi: è normale. Sono giovani, non hanno un perfetto controllo della vescica e hanno ben altre cose a cui pensare, come scoprire il mondo, relazionarsi con noi e con gli altri cani. Per questo motivo è anche inutile stare fuori tanto, ma meglio fare tante uscite più brevi.
Ricordatevi che i cuccioli sono molto emotivi, spesso fanno qualche goccia di pipi in momenti di estrema felicità (quando arrivate a casa per esempio), o di spavento/ansia è normale e piano piano passa crescendo.
Nei cani adulti:
Anche i cani adulti possono sporcare in casa, perchè non hanno mai imparato a farla fuori, magari sono cresciuti chiusi in un serraglio, oppure per diversi motivi che analizzeremo. Nel caso di una mancata educazione il sistema è come nei cuccioli, cercando di capire dove il cane preferisce sporcare. I cani hanno bisogno di sentirsi sicuri per poter fare pipi e cacca perchè è cosi che lasciano segnali del proprio passaggio. Inizialmente sarà meglio andare in posti tranquilli e poco frequentati in modo che lui si senta libero di sporcare. Man mano che prenderà confidenza nel farla fuori possiamo poi cambiare posto vedendo dove il nostro amico riuscirà a sporcare. Sempre come nei cuccioli il cane non deve mai essere sgridato se la fa in casa, il rischio è che lui associ la pipi con una sgridata e quindi non la farà più in vostra presenza nemmeno fuori. Anche qua ricordatevi che un cane in ansia probabilmente non farà pipi. Evitate di stare fuori tanto se lo vedete agitato perchè aumenterà solo il malessere del cane. Piuttosto tornate a casa e uscite poco dopo oppure spostatevi in un luogo per il cane sicuro e piacevole.
Se il vostro amico la fa ancora in casa, nonostante la faccia anche fuori potrebbero esserci problemi di ansia o territorialità. Problemi di stress e ansia possono essere dovuti al fatto che soffra di ansia d’abbandono o di solitudine o semplicemente che si annoi soprattutto se sta molto da solo. In alcuni casi, se la fa negli stessi punti e soprattutto in alcune zone della casa potrebbe sentirsi in dovere di marcare il territorio.
In questi casi è bene sentire un educatore in modo da fare un programma educativo e capire i problemi alla base. In nessun caso è consigliabile ricorrere alla castrazione senza prima un controllo di eventuali problematiche fisiche e comportamentali. La castrazione non inibisce il comportamento sessuale ne di marcatura. Un cane castrato può continuare a marcare per vari motivi e continuare a sentire la presenza di femmine in calore. Una volta che il comportamento è stato messo in atto per modificarlo bisogna fare un percorso educativo per modificare i comportamenti sbagliati e sostituirli con quelli giusti. Essendo la castrazione non reversibile è prima consigliabile una visita comportamentale e valutare eventualmente la castrazione chimica. Infatti la castrazione può aumentare problemi di ansia e stress rendendo il cane ancora più insicuro. Solo una volta accertato che un cambiamento ormonale può portare a miglioramenti allora si può pensare di ricorrere alla chirurgia.
Ultima postilla: i cani timidi e paurosi
Questi cani hanno bisogno di più tempo per ambientarsi alla nuova famiglia. E’ molto comune che preferiscano fare pipì e cacca in casa piuttosto che uscire al guinzaglio. Per loro inizialmente è fondamentale non sgridarli, perché rischieremmo di spaventarli ancora di più.
Se non sporcano in esterna può essere perchè hanno paura dell’ambiente circostante quindi per aiutarli scegliamo un posto molto tranquillo, senza via vai o rumori forti e che sia vicino a casa. Ogni giorno, portiamoli in quel posto sempre agli stessi orari, sempre percorrendo lo stesso percorso, stando fuori magari anche solo 5 minuti a passeggiata. Non è importante inizialmente che sporchino fuori, ma che si abituino a uscire.
La cosa fondamentale però per questi cani è farsi seguire da un rieducatore cinofilo e/o un veterinario comportamentalista, che possano aiutare a gestire l’ambientamento del paurosino.
Quanto possiamo chiedere a fido?
Quanto possiamo chiedere ad un cane per soddisfare dei nostri bisogni a scapito dei suoi? Fin dove possiamo sfruttare la naturale collaborazione di un cane a nostro piacimento? Queste sono due domande che mi sono fatta dopo una telefonata fatta in riva al mare.
Non parlerò dei particolari della chiacchierata fatta al telefono, ma vorrei far riflettere su come a volte la scelta di prendere un cane è dettata da un bisogno particolare di uno o più membri della famiglia. Magari un anziano a cui far compagnia, dei ragazzini che hanno bisogno di un compagno di giochi oppure un professionista che propone il cane come sostegno per superare delle difficoltà. Superata però la sorpresa iniziale spesso si perde interesse, o magari la scelta frettolosa del tipo di cane non è stata fatta nel modo giusto e quindi il nostro amico non soddisfa le esigenze. Ricordiamoci sempre che il cane è un individuo con dei propri bisogni e caratteristiche che vanno conosciute e prese in considerazione. Ovviamente il cane, essendo un animale empatico e sociale, fa compagnia e in modo naturale crea delle relazioni positive con chi vive con lui. Ma non tutti gli individui lo fanno allo stesso modo e non tutti sono in grado di dare quello che gli viene richiesto. Può essere molto utile fare due ricerche e chiedere consigli e aiuto a chi ha più competenza prima di scegliere che tipologia di cane prendere.
I cani ci seguono ovunque, fanno quello che gli chiediamo essendo grandi collaboratori e pazienti. Se siamo bravi e onesti con loro faremo in modo di risarcirli con delle belle passeggiate, coccole e attività che piacciono a loro. Ma spesso il loro adeguarsi viene visto di buon grado e non si pensa al loro benessere. Un esempio può essere un cagnolino costretto a stare sempre in casa, fare giusto due giri brevi senza poter mai godersi il mondo fuori. Un giorno poi per sfinimento fa un comportamento “sbagliato” e allora viene chiuso in una stanza o abbandonato. Può essere utile allora porsi le seguenti domande prima di prendere un cane: chi si occuperà di lui se la persona per cui è stato preso non lo vuole più? chi si occuperà in caso di malattia o problematiche? Chi se ne occuperà se l’altro non ne vuole più sapere?
Una piccola parentesi sul chi prende cani per aiutare i più piccoli di casa o per compagnia o sotto consiglio di professionisti (medici). I cani non sono delle tate e tanto meno dei dottori. La loro naturale propensione ad essere empatici e socievoli non andrebbe abusata. Crescere con un cane in casa è bellissimo, ma deve essere un rapporto bilanciato e dove i bisogni di tutti vengono soddisfatti. Il cucciolo crescendo può cambiare, sbagliare e non essere più in grado di reggere determinate situazioni. Prima che si creino episodi pericolosi è giusto intervenire e la supervisione di un adulto deve sempre esserci in modo da creare la giusta comunicazione. Inoltre un grande errore è chiedere ad un cane di fare pet therapy in famiglia. Gli interventi assistiti con gli animali vengono fatti da specialisti in determinati contesti e tempistiche. Può essere d’aiuto prendere un cane per migliorare la vita di un famigliare, ma tenendo sempre a mente che il nostro amico peloso ha delle sue esigenze che non possono essere messe da parte. Come i cani da caccia non lavorano sempre nemmeno un cane da pet therapy può lavorare sempre. Se proprio vogliamo che il rapporto con il cane sia unico e migliore possiamo chiedere di fare un corso per insegnare determinate attività da fare insieme.
Il cane è il migliore amico dell’uomo, ma la sua naturale caratteristica di essere sociale, socievole ed empatica non deve essere abusata. Il rapporto con un cane deve essere sereno, giusto e bilanciato nel bisogni e desideri di entrambi come nelle vere amicizie.
Passeggiata a 6 zampe
La vecchiaia per il cane.
Charlie ha ormai 11 anni e mezzo (ne farà 12 a settembre), il pelo sul muso è tutto bianco, dorme di più ed è diventata più coccolona. Una volta rimaneva più in disparte ora cerca spesso la nostra presenza e se mi sposto viene a dormicchiare dove sono io, ogni tanto salta anche sul letto per farsi fare due coccole. Sta cambiando sia fisicamente che mentalmente, vediamo quindi cosa vuol dire per un cane invecchiare e cosa possiamo fare noi per aiutarlo.
I cani anziani hanno bisogno di riposare di più, fanno più fatica e come i nostri nonni si stancano prima. Se un tempo camminavano veloci davanti a noi ora potrebbero rallentare e camminarci al fianco o dietro, e bene quindi non esagerare e non spingerli troppo negli sforzi. Questo non vuole dire che non possano fare delle belle passeggiata, ma magari con delle pause e alternando giorni di riposo. Vediamo di tenerli attivi, ma senza esagerare per non creare stress fisico. Controlliamo anche gli occhi e l’udito facciamo caso che non siamo diminuiti e nel caso stiamo attenti che non si perdano. Infatti potrebbero diventare un pò sordi e cechi (con la comparsa della cataratta) e quindi sentirsi spaesati. La comparsa della cataratta è di solito graduale e quindi riescono ad abituarsi, ma stiamogli sempre vicino soprattutto se andiamo in posti nuovi.
Insieme al veterinario facciamo dei controlli che non soffrano di artrosi e altre malattie e nel caso vediamo se inserire nella dieta degli integratori. Anche la dieta può essere modificata, insieme ad un nutrizionista, per aiutare il metabolismo a tenersi in forma. Inoltre guardiamo la loro dentizione e nel caso sia necessario inserire più cibi morbidi. I vecchietti soffrono di più il caldo, il freddo e l’umido quindi pensiamo a proteggerli da eventuali fastidi. Se abbiamo un cane a pelo corto abituiamolo gradualmente ad un impermeabile in modo da proteggerlo dalla pioggia e dall’umido. in questo caso io consiglio di iniziare a farlo da subito in modo da non dover combattere con la testardaggine dei cani anziani nel fare cose nuove.
Può essere che diminuisca la voglia di stare con altri cani, soprattutto cuccioli che sono troppo irruenti e casinisti, In questo caso non sforziamo il cane a interagire, ma non isoliamolo nemmeno. Le passeggiate e i momenti in compagnia sono sempre belli anche per loro. Mentalmente infatti possono essere ancora molto attivi e quindi giusto mantenere un pò di vitalità. Per questo motivo facciamo fare piccole attività anche a loro in modo da tenerli attivi e stimolarli mentalmente. Abbandonarli nelle loro cucce a dormire non è bello e si rischia di accelerare l’invecchiamento e farli diventare depressi. Piccole sessioni di gioco, attivazione mentale o ricerca olfattiva sono importanti anche per loro.
Vedere il nostro cagnone invecchiare non è sempre facile, sarà importante che non creiamo delle nuove regole e routine. Saremo noi a decidere quanto e quando uscire con loro per non stancarli troppo. Charlie per esempio veniva sempre con me nelle commissioni o dai clienti. Ma ultimamente ho deciso di non portarla dietro se ha già fatto molto quel giorno e di portarla solo se so che si divertirebbe. I cani non sanno regolarsi spesso e non sono in grado di capire sempre dove andiamo quindi cerchiamo di regolarci noi sulle attività da fare con loro. Se decidiamo di lasciarlo a casa ci ricompenserà al ritorno con tante feste e noi potremmo poi dedicare un pò di tempo a loro.
Gradualmente vediamo come cambia il loro metabolismo, fisico e umore e vediamo come andare avanti insieme. La vecchiaia indicativamente inizia intorno ai 10 anni, ma per molti cani soprattutto meticci e di piccola taglia è solo un inizio di una seconda parte della vita. Infatti molti cani oggi arrivano ai 15/17 anni senza problemi rendendo ancora belle le giornate insieme. Non preoccupatevi quindi, magari qualcosa cambierà, ma il vostro amico rimarrà vicino a voi sempre. Anche se dormirà di più, non vi seguirà dappertutto potrete ancora avere i vostri momenti insieme a fare piccole attività che piacciono ad entrambi.
Il seduto e guardami: due comportamenti spesso abusati.
Parliamo di due comportamenti usati spesso nei percorsi educativi e nelle interazioni con i cani: il seduto e il farsi guardare chiamato anche con il comportamento del doggy zen. Entrambi hanno un significato molto importante per i cani, e per noi, ma spesso la richiesta viene abusata andando a creare incomprensioni tra proprietario e cane. Spesso poi c’è un desiderio di controllo e voler dimostrare che il cane ci ubbidisca, ma se crea solo una forzatura.
Un cane seduto non è un cane calmo;
Spesso quando arrivano da me i clienti vedo che prima di ogni cosa chiedono al cane di sedersi. Prima di mettere/togliere il guinzaglio, prima di giocare, prima di prendere il boccone , alla mia domanda perchè? Molti non sanno rispondere e quando chiedo se sedendosi il cane si è calmato, spesso la risposta è no. Ma allora ha senso continuare a chiedere al cane di sedersi? Avrebbe senso chiedere a qualcuno di darvi 5 euro ogni volta che viene a cena da voi, o che gli rivolgete la parola?
Effettivamente quando un cane si siede vuol dire che è in grado di ragionare e si trova in una stato abbastanza tranquillo da potersi rilassare e fidare di chi ha intorno. Ma non è sedendosi che si calma, un cane seduto può avere la testa tutt’altro che connessa a noi e subito dopo aver eseguito il comando tornare ad essere eccitato. Molti cani poi si accontentano solo per arrivare al loro obbiettivo, sedendosi, ma poi ripartendo a mille. Ricordiamoci anche che i cani si siedono mentre interagiscono tra loro, prima di partire all’attacco o prima di una corsa competitiva.
Insegnare il seduto è importante, è utile come comportamento nella nostra relazione con un cane. Può servirci per lavorare sull’autocontrollo e anche per instaurare un momento in cui stiamo effettivamente interagendo con esso. Può aiutarci a lavorare sulla calma dandoci un aiuto soprattutto con individui molto energici ed esuberanti. Ma il lavoro deve poi prevedere anche di lavorare sullo stato emotivo e mentale del cane e non solo sul controllo fisico. Lavorare sullo stato emotivo vuol dire prendersi il tempo di aspettare che il cane arrivi a migliorare il proprio benessere senza obbedire ad un nostro comando. Solo quando il cane sarà in grado di cambiare il proprio stato emotivo sarò in grado di cambiare comportamento. Solo allora potrò dire di averlo aiutato a calmarsi e quindi potrò vedere se avrà senso chiedergli di sedersi o no.
Per esempio quando mettiamo la pettorina al cane non chiediamogli di sedersi se poi appena finito sarà agitato. Piuttosto aspettiamo un po’ di tempo e vediamo che lui cambierà da solo il proprio comportamento e stato d’animo per uscire prima a fare la passeggiata.
Quando si lavora col cane in apprendimento o mentre insegniamo delle cose al cane se chiediamo al cane di sedersi andiamo ad interrompere la sequenza perdendo tempo. Per esempio se insegno il terra non chiedo il seduto, ma sarà il cane a scegliere se sedersi prima di andare a terra o fare il terra da in piedi. Se chiedo il seduto prima il comando diventerà seduto-terra ed il cane andrà in frustrazione.
Il seduto può essere utile per insegnare ad alcuni cani come interagire meglio con le persone andando a dare loro modo di avere un comportamento più gradito. Per esempio un cane giovane che salta addosso può essere ingestibile allora andrò ad inserire il seduto prima dell’interazione, vedendo poi se il comportamento ha funzionato. Se poi il cane trarrà beneficio dal sedersi quindi arrivare ad una ricompensa (le coccole) allora andrà da solo ad esibire il comportamento richiesto.
Un’altra situazione in cui è utile il seduto e se devo interagire con cani con cui ho bisogno di più controllo, come per esempio cane che ha un certo livello di aggressività. Cani aggressivi spesso sono cani che non comunicano, e un modo per aprire la comunicazione è quella di mettere del comandi che danno sicurezza a lui e a me. In questo modo posso far si che il cane si sieda per aprire la comunicazione con me sapendo che dopo arriverà una ricompensa mentre io avrò un po’ più di controllo fisico del cane (un cane seduto è meno pericoloso di un cane in piedi).
Solo se ho un reale bisogno che il cane si sieda e interagisca con me andrò a chiedere il comportamento.
Quindi quando chiediamo al nostro cane di sedersi chiediamoci se è realmente necessario e se in quel momento il cane è in uno stato mentale per cui può farlo.
Un altro comportamento che trovo poco sensato è il chiedere al cane di guardarci negli occhi. Spesso viene insegnato il doggy zhen dove il cane è seduto davanti a noi in fissa come se stesse meditando (mentre guarda un boccone all’altezza dei nostri occhi e poi solo noi).
Guardare negli occhi nell’etogramma del cane è messo come comportamento di minaccia allora perchè dovrei far fare al cane un comportamento simile? Vero che i cani hanno imparato la nostra comunicazione che è diversa dalla loro. Alcuni studi scientifici hanno infatti concluso che i cani sanno distinguere le nostre emozioni e leggere le mimiche facciali. (Stanley Coren, “The intelligence of dogs” 1994).
Per esempio il sorriso in cui mostriamo i denti è un comportamento positivo in umana, mentre mostrare i denti dell’etogramma del cane è un segno di minaccia.
Ma cosa serve farsi guardare negli occhi se non semplicemente alimentare il nostro senso di controllo? Per noi guardare vuol dire controllare metterci al centro dell’attenzione facendoci ubbidire. I cani però ci danno attenzione anche senza necessariamente guardarci, e sono in grado di modificare i loro comportamento in base ad un insieme di nostri comportamenti ed emozioni al di fuori dello sguardo.
Se sto camminando con il mio cane e c’è una minaccia (un cane aggressivo o un pericolo) perchè dovrei chiedere al mio cane di guardarmi andando a mettersi in pericolo distogliendo lo sguardo? Ha più senso far in modo di trovare una strategia insieme per uscire dal pericolo, come quello di allontanarsi.
I cani sono animali sociali e collaborativi e molto bravi a trovare strategie di gruppo. Se lavoriamo sulla collaborazione e sulla fiducia non ci sarà bisogno di usare un comportamento cosi impositivo e di controllo come lo sguardo per vivere insieme. Non chiediamo al nostro cane di guardarci, ma piuttosto insegniamogli a seguirci e tenere sempre un occhio su di noi durante le passeggiate. Insegniamogli a prendere le giuste decisioni anche da soli in modo da non dover sempre controllare tutto noi. Lavoriamo sulla scelta di prendere decisioni insieme e lui si fiderà di più e crescerà in modo più sicuro e responsabile.
In poche parole sia il seduto che il guardami sono due comportamenti spesso abusati perchè ci sentiamo obbligati a controllare il nostro cane. Ma andando ad usare meno controllo e più fiducia andremo a creare una collaborazione dove il cane si fiderà di noi se noi ci fidiamo di lui. Quando chiediamo i comportamenti chiediamoci sempre se in quel momento serve veramente e solo se è utile facciamolo.