Articoli del Blog

I pitbull: cani assassini o cani incompresi?

La parola pitbull deriva dall’unione di pit- arena e bull toro dovuto al loro primario allevamento ed utilizzo come cani da combattimento nelle arene fino al 1800 almeno in Europa (nel 1830 diventò illegale in Inghilterra). Questo aspetto ha fatto si che l’american pitbull terrier abbia un passato non troppo lontano da killer di cani. Questo aspetto è fondamentale per capire il poco interesse e la bassa capacità di questi cani di interagire tra loro. Cani nati per uccidere i loro simili hanno una bassissima motivazione sociale interspecifica. Molti bulli infatti all’arrivo dell’età adulta tendono ad avere una bassissima tolleranza tra conspecifici motivo per cui non dovrebbero quasi mai stare liberi coi cani soprattutto se non conosciuti. Sono cani muscolosi e veloci caratteristiche derivanti dagli antenati terrier e utili nei combattimenti insieme ad un’alta motivazione predatoria, possessiva e competitiva. Vengono spinti dalle emozioni e hanno un’alta reattività cosa che gli rende veloci a cambiare umore e intenzione. Passano da essere sdraiati tranquilli in un prato a attaccati al cancello in un batter d’occhio. Pur non essendo nei primi posti come cani di per sé pericolosi lo sono per la potenza e resistenza muscolare che possiedono. Se non vengono cresciuti consapevolmente e seguendo regole precise possono farsi guidare dalla competizione e predazione senza sapersi fermare. La loro reattività oltre alla potenza mandibolare e conformazione fisica soprattutto del collo li rende delle potentissime macchine da combattimento. La loro bassa socialità li rende quindi poco adatti alle aree affollate da altri cani come le aree cani e vite frenetiche come la nostra epoca moderna.

Dai cugini molossi ereditano una forte motivazione protettiva ed affiliativa cioè il bisogno di proteggere ed appartenere ad una persona. Motivo per cui i pitbull hanno un fortissimo bisogno di vivere a strettissimo contatto coi proprietari e soffrono terribilmente se lasciati soli e nei canili. Il loro forte bisogno di appartenenza non li rende adatti quindi a persone che sono tante ore via da casa o che tendono a cambiare molto routine. Sono cani che tendenzialmente hanno un’ottima affinità con le persone e coi bambini cosa però spesso presa alla leggera. Questo lato li rende capaci di resistere a qualsiasi dolore pur di stare col padrone motivo per cui prima di reagire a qualsiasi punizione ci vuole molto. Ma la loro reattività e forte bisogno di usare la bocca li rende pericolosi se non viene insegnato il controllo in momenti di gioco e vita. Come tutti i cani devono imparare a giocare nel modo corretto con i giusti strumenti. Dl proprietario invece dovrà fare molta attenzione a conoscere piccoli e veloci cambiamenti di umore e motivazione del cane per interrompere al momento giusto.

Nella storia i bull di tipo staffy diventano, come molti cugini molossi, cani da guardia delle case e del bestiame. Mentre dai pitbull meno aggressivi nasce l’amstaff razza riconosciuta dall’enci, ma che conserva le caratteristiche principali dei cugini. Essendo però discendenti da altre linee genetiche tendono a poter convivere di più con altri cani ovviamente con tutte le precauzioni. Questo non vuol dire che i pitbull non possano stare coi loro simili, ma serve un lungo e costante lavoro di socializzazione e soprattutto fiducia e rapporto col proprietario.

Come tutte le razze anche i bulli hanno la loro storia e le loro caratteristiche che sono importanti da tenere conto quando si ha a che fare con uno di loro. Oggi però si tende a parlare molto dei pitbull come cani assassini e pericolosi. Inoltre ed è forse la cosa più pericolosa stando nascendo razze che derivano da questo genere di cane senza però tenere conto della genetica e delle caratteristiche. Se ci informiamo vedremo che i cani di tipo pit hanno una bassa motivazione sociale inter specifica. Se siamo persone che amano socializzare e vogliamo andare nelle aree cani o là dove ci sono altri gruppi cinofili forse il pit non fa per noi. Se poi tendiamo a far socializzare il nostro cucciolo solo coi suoi simili finirà con il non saper socializzare con cani diversi da lui e avrà sempre un gioco fisico che può diventare pericoloso. Dobbiamo anche tenere conto della forte tendenza predatoria di questi cani soprattutto in presenza di cani di taglia piccola e altri animali.

Insegnare a questi cani l’autocontrollo e le regole di gestione è fondamentale per avere sempre la possibilità di fermarli e farci sentire. Spesso poi vengono presi dai canili e cresciuti senza tenere presente il loro passato che però può venir fuori da un momento all’altro creando problemi. Se siamo quindi persone che hanno poco tempo da dedicargli e viviamo molto la giornata il pitbull non fa per noi. Come non è indicato come primo cane in quanto ha caratteristiche che richiedono molta conoscenza e lavoro.

I pitbull non sono assassini, ma sono per le loro caratteristiche fisiche e comportamentali cani complessi e che possono diventare facilmente pericolosi. Sono cani che hanno la capacità di uccidere e se cresciuti male possono diventare veramente ingestibili in una società caotica come quella di oggi.

Personalmente penso che come per tutte le razze i pitbull abbiamo dei pregi e dei difetti. Ma essendo cani molto particolari nella loro evoluzione fisica ed emotiva sia fondamentale avere le basi per una corretta gestione. Nessun cane è per tutti, ma l’alta capacità di poter far male di un cane di tipo pit sia alle persone che ai cani deve essere tenuta conto quando si scelgono cani di queste tipologie. Inoltre chi li prende deve essere consapevole che hanno determinate esigenze e che bisogna tenere determinate precauzioni, come non lasciarli liberi se soli, inserire regole e crescerli con consapevolezza.

I pitbull non vanno discriminati, ma vanno protetti e rispettati conoscendo la loro pericolosità dovuta al loro passato, non troppo lontano in cui venivano usati per uccidere. D’altronde un cane nato per far del male ai suoi simili non può diventare un cagnolino da salotto.

p.s nella foto Thor il nostro amstaff cerca casa a rescuebau!

Come risolvere il problema della pipi in casa del cane cucciolo e adulto:

I cani sono animali tendenzialmente puliti, imparano già i primi mesi di vita dalla mamma a sporcare lontano da dove mangiano e dormono. Dopo lo svezzamento se glielo si insegna nel modo giusto e con un po’ di pazienza è facile evitare che facciano pipi in casa. In natura le feci vengono fatte lontano dai luoghi di riposo e dove mangiano.

Tutte le informazioni e i consigli sono da vedersi se il cane è sano e non ha problemi a livello del sistema urinario, intestinale o comportamentale. Consiglio sempre una visita dal veterinario se il problema non si risolve nei tempi necessari e prima di lavorare su eventuali motivi comportamentali.

Iniziamo a vedere come fare quando arriva un cucciolo in casa:

Inizialmente il piccolo andrà a farla un po’ in giro cercando luoghi più tranquilli, ma se facciamo attenzione noteremo che principalmente sporcherà dopo aver fatto la pappa, giocato o appena sveglio. Possiamo prendere questi punti come inizio per portarlo fuori, per esempio subito dopo la pappa oppure appena finito di giocare o ancora meglio giocando fuori in un posto tranquillo. Iniziamo a far uscire il cucciolo sempre negli stessi orari in modo che inizi a regolarsi durante la giornata e ovviamente facendolo uscire spesso all’inizio anche ogni 3 ore. Piano piano poi diminuiamo le uscite mantenendo quelle che saranno le uscite giornaliere che vogliamo mantenere.

In casa evitiamo di sgridarlo se troviamo delle sorprese in giro, l’unica cosa che capirà e che siete arrabbiati con lui, ma non collegherà il fatto di aver sporcato. Mettere il muso nella pipi, urlare e chiuderlo da una parte non serve a nulla se non ad aumentare l’ansia e fargli perdere fiducia in voi. Se proprio volete proteggere i pavimenti usate dei giornali, imparerà che se proprio scappa la farà li avendo cura di toglierli man mano che la farà sempre di più fuori. Ora usano molto le traversine, ma dipende molto dal cane e da come viene usata, spesso confonde un po le idee su quando si può e quando no. Inoltre diventa difficile distinguere la traversina da un tappeto soprattutto se cambiamo casa o ambiente. Se per esempio amiamo viaggiare col cane sarà difficile abituarli nei posti nuovi.

Quando la fa in casa è utile pulire bene dagli odori in modo che non abbia la curiosità di rifarla nello stesso punto, stando attenti a non utilizzare prodotti a base di ammoniaca, la quale richiama l’odore della pipì.

Fuori premiamo il cucciolo appena sporca con qualche premio o una carezza o un semplice “bravo” in modo che lui associ la pipi/cacca ad una cosa positiva. Per aumentare la voglia di sporcare andiamo in posti dove ci sono odori, possibilmente di altri cani, in modo che aumenti la curiosità e torniamo in posti dove l’ha già fatta. Alcuni cuccioli all’inizio la fanno solo sull’asfalto o sull’erba e a volte si sentono inibiti dal guinzaglio, provatele un po’ tutte e prima o poi arriva!

Da non scordare mai: il cucciolo è un pò come un bambino. Le sue priorità sono dormire, mangiare, giocare, imparare. Spesso capita che nella “distrazione” del momento si renda conto che gli scappa la pipì e quindi la faccia di colpo, non appena è più tranquillo o nel bel mezzo del gioco. Non arrabbiatevi: è normale. Sono giovani, non hanno un perfetto controllo della vescica e hanno ben altre cose a cui pensare, come scoprire il mondo, relazionarsi con noi e con gli altri cani. Per questo motivo è anche inutile stare fuori tanto, ma meglio fare tante uscite più brevi.

Ricordatevi che i cuccioli sono molto emotivi, spesso fanno qualche goccia di pipi in momenti di estrema felicità (quando arrivate a casa per esempio), o di spavento/ansia è normale e piano piano passa crescendo.

Nei cani adulti:

Anche i cani adulti possono sporcare in casa, perchè non hanno mai imparato a farla fuori, magari sono cresciuti chiusi in un serraglio, oppure per diversi motivi che analizzeremo. Nel caso di una mancata educazione il sistema è come nei cuccioli, cercando di capire dove il cane preferisce sporcare. I cani hanno bisogno di sentirsi sicuri per poter fare pipi e cacca perchè è cosi che lasciano segnali del proprio passaggio. Inizialmente sarà meglio andare in posti tranquilli e poco frequentati in modo che lui si senta libero di sporcare. Man mano che prenderà confidenza nel farla fuori possiamo poi cambiare posto vedendo dove il nostro amico riuscirà a sporcare. Sempre come nei cuccioli il cane non deve mai essere sgridato se la fa in casa, il rischio è che lui associ la pipi con una sgridata e quindi non la farà più in vostra presenza nemmeno fuori. Anche qua ricordatevi che un cane in ansia probabilmente non farà pipi. Evitate di stare fuori tanto se lo vedete agitato perchè aumenterà solo il malessere del cane. Piuttosto tornate a casa e uscite poco dopo oppure spostatevi in un luogo per il cane sicuro e piacevole.

Se il vostro amico la fa ancora in casa, nonostante la faccia anche fuori potrebbero esserci problemi di ansia o territorialità. Problemi di stress e ansia possono essere dovuti al fatto che soffra di ansia d’abbandono o di solitudine o semplicemente che si annoi soprattutto se sta molto da solo. In alcuni casi, se la fa negli stessi punti e soprattutto in alcune zone della casa potrebbe sentirsi in dovere di marcare il territorio.

In questi casi è bene sentire un educatore in modo da fare un programma educativo e capire i problemi alla base. In nessun caso è consigliabile ricorrere alla castrazione senza prima un controllo di eventuali problematiche fisiche e comportamentali. La castrazione non inibisce il comportamento sessuale ne di marcatura. Un cane castrato può continuare a marcare per vari motivi e continuare a sentire la presenza di femmine in calore. Una volta che il comportamento è stato messo in atto per modificarlo bisogna fare un percorso educativo per modificare i comportamenti sbagliati e sostituirli con quelli giusti. Essendo la castrazione non reversibile è prima consigliabile una visita comportamentale e valutare eventualmente la castrazione chimica. Infatti la castrazione può aumentare problemi di ansia e stress rendendo il cane ancora più insicuro. Solo una volta accertato che un cambiamento ormonale può portare a miglioramenti allora si può pensare di ricorrere alla chirurgia.

Ultima postilla: i cani timidi e paurosi

Questi cani hanno bisogno di più tempo per ambientarsi alla nuova famiglia. E’ molto comune che preferiscano fare pipì e cacca in casa piuttosto che uscire al guinzaglio. Per loro inizialmente è fondamentale non sgridarli, perché rischieremmo di spaventarli ancora di più.

Se non sporcano in esterna può essere perchè hanno paura dell’ambiente circostante quindi per aiutarli scegliamo un posto molto tranquillo, senza via vai o rumori forti e che sia vicino a casa. Ogni giorno, portiamoli in quel posto sempre agli stessi orari, sempre percorrendo lo stesso percorso, stando fuori magari anche solo 5 minuti a passeggiata. Non è importante inizialmente che sporchino fuori, ma che si abituino a uscire.

La cosa fondamentale però per questi cani è farsi seguire da un rieducatore cinofilo e/o un veterinario comportamentalista, che possano aiutare a gestire l’ambientamento del paurosino.

Quanto possiamo chiedere a fido?

Quanto possiamo chiedere ad un cane per soddisfare dei nostri bisogni a scapito dei suoi? Fin dove possiamo sfruttare la naturale collaborazione di un cane a nostro piacimento? Queste sono due domande che mi sono fatta dopo una telefonata fatta in riva al mare.

Non parlerò dei particolari della chiacchierata fatta al telefono, ma vorrei far riflettere su come a volte la scelta di prendere un cane è dettata da un bisogno particolare di uno o più membri della famiglia. Magari un anziano a cui far compagnia, dei ragazzini che hanno bisogno di un compagno di giochi oppure un professionista che propone il cane come sostegno per superare delle difficoltà. Superata però la sorpresa iniziale spesso si perde interesse, o magari la scelta frettolosa del tipo di cane non è stata fatta nel modo giusto e quindi il nostro amico non soddisfa le esigenze. Ricordiamoci sempre che il cane è un individuo con dei propri bisogni e caratteristiche che vanno conosciute e prese in considerazione. Ovviamente il cane, essendo un animale empatico e sociale, fa compagnia e in modo naturale crea delle relazioni positive con chi vive con lui. Ma non tutti gli individui lo fanno allo stesso modo e non tutti sono in grado di dare quello che gli viene richiesto. Può essere molto utile fare due ricerche e chiedere consigli e aiuto a chi ha più competenza prima di scegliere che tipologia di cane prendere.

I cani ci seguono ovunque, fanno quello che gli chiediamo essendo grandi collaboratori e pazienti. Se siamo bravi e onesti con loro faremo in modo di risarcirli con delle belle passeggiate, coccole e attività che piacciono a loro. Ma spesso il loro adeguarsi viene visto di buon grado e non si pensa al loro benessere. Un esempio può essere un cagnolino costretto a stare sempre in casa, fare giusto due giri brevi senza poter mai godersi il mondo fuori. Un giorno poi per sfinimento fa un comportamento “sbagliato” e allora viene chiuso in una stanza o abbandonato. Può essere utile allora porsi le seguenti domande prima di prendere un cane: chi si occuperà di lui se la persona per cui è stato preso non lo vuole più? chi si occuperà in caso di malattia o problematiche? Chi se ne occuperà se l’altro non ne vuole più sapere?

Una piccola parentesi sul chi prende cani per aiutare i più piccoli di casa o per compagnia o sotto consiglio di professionisti (medici). I cani non sono delle tate e tanto meno dei dottori. La loro naturale propensione ad essere empatici e socievoli non andrebbe abusata. Crescere con un cane in casa è bellissimo, ma deve essere un rapporto bilanciato e dove i bisogni di tutti vengono soddisfatti. Il cucciolo crescendo può cambiare, sbagliare e non essere più in grado di reggere determinate situazioni. Prima che si creino episodi  pericolosi è giusto intervenire e la supervisione di un adulto deve sempre esserci in modo da creare la giusta comunicazione. Inoltre un grande errore è chiedere ad un cane di fare pet therapy in famiglia. Gli interventi assistiti con gli animali vengono fatti da specialisti in determinati contesti e tempistiche. Può essere d’aiuto prendere un cane per migliorare la vita di un famigliare, ma tenendo sempre a mente che il nostro amico peloso ha delle sue esigenze che non possono essere messe da parte.  Come i cani da caccia non lavorano sempre nemmeno un cane da pet therapy può lavorare sempre. Se proprio vogliamo che il rapporto con il cane sia unico e migliore possiamo chiedere di fare un corso per insegnare determinate attività da fare insieme.

Il cane è il migliore amico dell’uomo, ma la sua naturale caratteristica di essere sociale, socievole ed empatica non deve essere abusata. Il rapporto con un cane deve essere sereno, giusto e bilanciato nel bisogni e desideri di entrambi come nelle vere amicizie.

La vecchiaia per il cane.

Charlie ha ormai 11 anni e mezzo (ne farà 12 a settembre), il pelo sul muso è tutto bianco, dorme di più ed è diventata più coccolona. Una volta rimaneva più in disparte ora cerca spesso la nostra presenza e se mi sposto viene a dormicchiare dove sono io,  ogni tanto salta anche sul letto per farsi fare due coccole. Sta cambiando sia fisicamente che mentalmente, vediamo quindi cosa vuol dire per un cane invecchiare e cosa possiamo fare noi per aiutarlo.

I cani anziani hanno bisogno di riposare di più, fanno più fatica e come i nostri nonni si stancano prima. Se un tempo camminavano veloci davanti a noi ora potrebbero rallentare e camminarci al fianco o dietro, e bene quindi non esagerare e non spingerli troppo negli sforzi. Questo non vuole dire che non possano fare delle belle passeggiata, ma magari con delle pause e alternando giorni di riposo. Vediamo di tenerli attivi, ma senza esagerare per non creare stress fisico. Controlliamo anche gli occhi e l’udito facciamo caso che non siamo diminuiti e nel caso stiamo attenti che non si perdano. Infatti potrebbero diventare un pò sordi e cechi (con la comparsa della cataratta) e quindi sentirsi spaesati. La comparsa della cataratta è di solito graduale e quindi riescono ad abituarsi, ma stiamogli sempre vicino soprattutto se andiamo in posti nuovi.

Insieme al veterinario facciamo dei controlli che non soffrano di artrosi e altre malattie e nel caso vediamo se inserire nella dieta degli integratori. Anche la dieta può essere modificata, insieme ad un nutrizionista, per aiutare il metabolismo a tenersi in forma. Inoltre guardiamo la loro dentizione e nel caso sia necessario inserire più cibi morbidi.  I vecchietti soffrono di più il caldo, il freddo e l’umido quindi pensiamo a proteggerli da eventuali fastidi. Se abbiamo un cane a pelo corto abituiamolo gradualmente ad un impermeabile in modo da proteggerlo dalla pioggia e dall’umido. in questo caso io consiglio di iniziare a farlo da subito in modo da non dover combattere con la testardaggine dei cani anziani nel fare cose nuove.

Può essere che diminuisca la voglia di stare con altri cani, soprattutto cuccioli che sono troppo irruenti e casinisti, In questo caso non sforziamo il cane a interagire, ma non isoliamolo nemmeno. Le passeggiate e i momenti in compagnia sono sempre belli anche per loro. Mentalmente infatti possono essere ancora molto attivi e quindi giusto mantenere un pò di vitalità. Per questo motivo facciamo fare piccole attività anche a loro in modo da tenerli attivi e stimolarli mentalmente. Abbandonarli nelle loro cucce a dormire non è bello e si rischia di accelerare l’invecchiamento e farli diventare depressi. Piccole sessioni di gioco, attivazione mentale o ricerca olfattiva sono importanti anche per loro.

Vedere il nostro cagnone invecchiare non è sempre facile, sarà importante che non creiamo delle nuove regole e routine. Saremo noi a decidere quanto e quando uscire con loro per non stancarli troppo. Charlie per esempio veniva sempre con me nelle commissioni o dai clienti. Ma ultimamente ho deciso di non portarla dietro se ha già fatto molto quel giorno e di portarla solo se so che si divertirebbe. I cani non sanno regolarsi spesso e non sono in grado di capire sempre dove andiamo quindi cerchiamo di regolarci noi sulle attività da fare con loro. Se decidiamo di lasciarlo a casa ci ricompenserà al ritorno con tante feste e noi potremmo poi dedicare un pò di tempo a loro.

Gradualmente vediamo come cambia il loro metabolismo, fisico e umore e vediamo come andare avanti insieme. La vecchiaia indicativamente inizia intorno ai 10 anni, ma per molti cani soprattutto meticci e di piccola taglia è solo un inizio di una seconda parte della vita. Infatti molti cani oggi arrivano ai 15/17 anni senza problemi rendendo ancora belle le giornate insieme. Non preoccupatevi quindi, magari qualcosa cambierà, ma il vostro amico rimarrà vicino a voi sempre. Anche se dormirà di più, non vi seguirà dappertutto potrete ancora avere i vostri momenti insieme a fare piccole attività che piacciono ad entrambi.

 

 

Il seduto e guardami: due comportamenti spesso abusati.

Parliamo di due comportamenti usati spesso nei percorsi educativi e nelle interazioni con i cani: il seduto e il farsi guardare chiamato anche con il comportamento del doggy zen. Entrambi hanno un significato molto importante per i cani, e per noi, ma spesso la richiesta viene abusata andando a creare incomprensioni tra proprietario e cane. Spesso poi c’è un desiderio di controllo e voler dimostrare che il cane ci ubbidisca, ma se crea solo una forzatura.

Un cane seduto non è un cane calmo;

Spesso quando arrivano da me i clienti vedo che prima di ogni cosa chiedono al cane di sedersi. Prima di mettere/togliere il guinzaglio, prima di giocare, prima di prendere il boccone , alla mia domanda perchè? Molti non sanno rispondere e quando chiedo se sedendosi il cane si è calmato, spesso la risposta è no. Ma allora ha senso continuare a chiedere al cane di sedersi? Avrebbe senso chiedere a qualcuno di darvi 5 euro ogni volta che viene a cena da voi, o che gli rivolgete la parola?

Effettivamente quando un cane si siede vuol dire che è in grado di ragionare e si trova in una stato abbastanza tranquillo da potersi rilassare e fidare di chi ha intorno. Ma non è sedendosi che si calma, un cane seduto può avere la testa tutt’altro che connessa a noi e subito dopo aver eseguito il comando tornare ad essere eccitato. Molti cani poi si accontentano solo per arrivare al loro obbiettivo, sedendosi, ma poi ripartendo a mille. Ricordiamoci anche che i cani si siedono mentre interagiscono tra loro, prima di partire all’attacco o prima di una corsa competitiva.

Insegnare il seduto è importante, è utile come comportamento nella nostra relazione con un cane. Può servirci per lavorare sull’autocontrollo e anche per instaurare un momento in cui stiamo effettivamente interagendo con esso. Può aiutarci a lavorare sulla calma dandoci un aiuto soprattutto con individui molto energici ed esuberanti. Ma il lavoro deve poi prevedere anche di lavorare sullo stato emotivo e mentale del cane e non solo sul controllo fisico. Lavorare sullo stato emotivo vuol dire prendersi il tempo di aspettare che il cane arrivi a migliorare il proprio benessere senza obbedire ad un nostro comando. Solo quando il cane sarà in grado di cambiare il proprio stato emotivo sarò in grado di cambiare comportamento. Solo allora potrò dire di averlo aiutato a calmarsi e quindi potrò vedere se avrà senso chiedergli di sedersi o no.

Per esempio quando mettiamo la pettorina al cane non chiediamogli di sedersi se poi appena finito sarà agitato. Piuttosto aspettiamo un po’ di tempo e vediamo che lui cambierà da solo il proprio comportamento e stato d’animo per uscire prima a fare la passeggiata.

Quando si lavora col cane in apprendimento o mentre insegniamo delle cose al cane se chiediamo al cane di sedersi andiamo ad interrompere la sequenza perdendo tempo. Per esempio se insegno il terra non chiedo il seduto, ma sarà il cane a scegliere se sedersi prima di andare a terra o fare il terra da in piedi. Se chiedo il seduto prima il comando diventerà seduto-terra ed il cane andrà in frustrazione.

Il seduto può essere utile per insegnare ad alcuni cani come interagire meglio con le persone andando a dare loro modo di avere un comportamento più gradito. Per esempio un cane giovane che salta addosso può essere ingestibile allora andrò ad inserire il seduto prima dell’interazione, vedendo poi se il comportamento ha funzionato. Se poi il cane trarrà beneficio dal sedersi quindi arrivare ad una ricompensa (le coccole) allora andrà da solo ad esibire il comportamento richiesto.

Un’altra situazione in cui è utile il seduto e se devo interagire con cani con cui ho bisogno di più controllo, come per esempio cane che ha un certo livello di aggressività. Cani aggressivi spesso sono cani che non comunicano, e un modo per aprire la comunicazione è quella di mettere del comandi che danno sicurezza a lui e a me. In questo modo posso far si che il cane si sieda per aprire la comunicazione con me sapendo che dopo arriverà una ricompensa mentre io avrò un po’ più di controllo fisico del cane (un cane seduto è meno pericoloso di un cane in piedi).

Solo se ho un reale bisogno che il cane si sieda e interagisca con me andrò a chiedere il comportamento.

Quindi quando chiediamo al nostro cane di sedersi chiediamoci se è realmente necessario e se in quel momento il cane è in uno stato mentale per cui può farlo.

Un altro comportamento che trovo poco sensato è il chiedere al cane di guardarci negli occhi. Spesso viene insegnato il doggy zhen dove il cane è seduto davanti a noi in fissa come se stesse meditando (mentre guarda un boccone all’altezza dei nostri occhi e poi solo noi).

Guardare negli occhi nell’etogramma del cane è messo come comportamento di minaccia allora perchè dovrei far fare al cane un comportamento simile? Vero che i cani hanno imparato la nostra comunicazione che è diversa dalla loro. Alcuni studi scientifici hanno infatti concluso che i cani sanno distinguere le nostre emozioni e leggere le mimiche facciali. (Stanley Coren, “The intelligence of dogs” 1994).

Per esempio il sorriso in cui mostriamo i denti è un comportamento positivo in umana, mentre mostrare i denti dell’etogramma del cane è un segno di minaccia.

Ma cosa serve farsi guardare negli occhi se non semplicemente alimentare il nostro senso di controllo? Per noi guardare vuol dire controllare metterci al centro dell’attenzione facendoci ubbidire. I cani però ci danno attenzione anche senza necessariamente guardarci, e sono in grado di modificare i loro comportamento in base ad un insieme di nostri comportamenti ed emozioni al di fuori dello sguardo.

Se sto camminando con il mio cane e c’è una minaccia (un cane aggressivo o un pericolo) perchè dovrei chiedere al mio cane di guardarmi andando a mettersi in pericolo distogliendo lo sguardo? Ha più senso far in modo di trovare una strategia insieme per uscire dal pericolo, come quello di allontanarsi.

I cani sono animali sociali e collaborativi e molto bravi a trovare strategie di gruppo. Se lavoriamo sulla collaborazione e sulla fiducia non ci sarà bisogno di usare un comportamento cosi impositivo e di controllo come lo sguardo per vivere insieme. Non chiediamo al nostro cane di guardarci, ma piuttosto insegniamogli a seguirci e tenere sempre un occhio su di noi durante le passeggiate. Insegniamogli a prendere le giuste decisioni anche da soli in modo da non dover sempre controllare tutto noi. Lavoriamo sulla scelta di prendere decisioni insieme e lui si fiderà di più e crescerà in modo più sicuro e responsabile.

In poche parole sia il seduto che il guardami sono due comportamenti spesso abusati perchè ci sentiamo obbligati a controllare il nostro cane. Ma andando ad usare meno controllo e più fiducia andremo a creare una collaborazione dove il cane si fiderà di noi se noi ci fidiamo di lui. Quando chiediamo i comportamenti chiediamoci sempre se in quel momento serve veramente e solo se è utile facciamolo.

cani e la quarantena

Quest’anno è stato molto difficile per tutti, è cambiata la nostra vita, il modo di vedere gli altri e di vivere in generale. Ho potuto vedere qualche cambiamento nel mio lavoro perchè come conseguenza anche i nostri amici a quattro zampe hanno subito dei cambiamenti spesso non da trascurare.

Dogsitter petsitter milano

Innanzitutto molte persone hanno scelto di adottare o prendere un cane per sentirsi meno soli e per avere uno svago in più nelle lunghe giornate a casa. Mi è capitato anche di sentire famiglie prendere un cane per i figli come se dovesse essere uno sfogo non potendo vedere amici e compagni di scuola. Prendere un cane è una responsabilità di tutta la famiglia, ma soprattutto degli adulti che va pesata molto. Un cane ha una vita più o meno lunga ed è un impegno più o meno grande a seconda dell’individuo. Prima di decidere bisogna valutare cosa faremo una volta tornati alla normalità in quanto il cane non può essere messo via in un armadio. Quindi non facciamo prendere dallo sconforto del momento per decidere d’impulso, ma prendiamo tempo e magari chiediamo consiglio.

Vediamo però in dettaglio alcuni problemi che ho riscontrato in questo anno cosi particolare:

I cuccioli presi durante il lockdown hanno subito una mancanza di socializzazione secondaria andando ad avere paura di persone, cani ed ambienti esterni. Non potendo uscire molto da casa sono stati tenuti lontano dagli stimoli e non hanno potuto conoscere il mondo fuori. Questo ha fatto si che superata l’età della conoscenza molto cani sono diventati adolescenti irrequieti, stressati e poco abituati a socializzare con persone e altri individui. In molto casi si riesce a recuperare poi il tempo perso, ma ricordiamoci sempre che è importante far fare ai cuccioli esperienze giuste. Stando ovviamente attenti alle regole imposte, ma fare piccoli giretti, cercare di far incontrare i cani con quello che fa parte del mondo esterno è fondamentale. É molto importante insegnare piccoli giochi e attività fin da subito in modo da sfogare la loro energia, non potendolo fare con lunghe passeggiate. I cuccioli cresciuti durante la quarantena avranno bisogno di un po’ più di tempo per conoscere fuori, ma appena possibile è meglio lavorarci con le giuste cautele. Evitando noi di socializzare per paura del contagio anche molti cani hanno iniziato ad evitarsi andando a essere irrequieti negli incontri. Evitiamo di mettere sotto stress il nostro cane se sta socializzando nel modo giusto in modo da dare almeno, a loro la possibilirtà di farlo.

Un altro problema che ho riscontrato è quello del non sapere gestire la solitudine. Per mesi siamo stati chiusi in casa, sempre presenti con il nostro cane. Poi appena hanno riaperto uffici e negozi i nostri cani hanno dovuto abituarsi di punto in bianco a stare da soli. Per il cane non è naturale stare da soli e soprattutto è una cosa che va insegnata gradualmente. Fin da subito, dopo aver fatto un po di attività lasciamolo solo anche per poco tempo, all’inizio bastano anche dieci minuti. Senza stare tanto a creare l’occasione possiamo uscire semplicemente per portare giù la spazzatura e aspettare un paio di minuti prima di salire. Cerchiamo di non metterci troppa ansia o attenzione né all’uscita né al rientro in modo che sembri una cosa normale. In casa guardiamo anche che il cane non ci segua in modo insistente se ci spostiamo in un’altra stanza. Facciamo in modo che si rilassi o riesca a fare attività da solo magari dandogli qualche cosa da sgranocchiare o giochi come il kong. È importante lavorare sull’autocontrollo e la gestione delle attività in modo che il cane sappia gestirsi in autonomia nel momento che si trova solo. Ovviamente è sempre meglio non lasciarlo da subito per troppo tempo e nel caso chiedere un supporto ad un dog sitter o asilo per cani.

La fretta di avere un compagno in questo periodo cosi difficile ha portato spesso a trovare soluzioni frettolose. Molti cani adottati sono stati presi senza la giusta pratica di adozione spinti anche dalla necessità di alcune associazioni di dare via i cani in un momento complicato. Le associazioni hanno spinto le adozioni per paura di non riuscire a mantenere i cani per una diminuzione degli aiuti ricevuti. Questo ha incentivato un incremento di adozioni senza controlli e senza le giuste valutazioni. Inoltre noi educatori eravamo limitati negli spostamenti e non potevamo aiutare i cani in difficoltà. Molti cani arrivati dal sud sono rimasti chiusi in casa per mesi senza aiuti perchè nessun educatore poteva andare ad aiutare le famiglie adottive. Questo ha causato un incremento delle problematiche comportamentali.

Questi sono solo alcuni problemi venuti fuori da questo anno di pandemia. Il mio consiglio è quello di non sottovalutare i cambiamenti che ci sono stati imposti. Come noi abbiamo dovuto cambiare la nostra vita anche i nostri cani hanno dovuto fare degli sforzi. Cercate di capire se i vostri cani stando vivendo questo periodo in modo tranquillo o se sentono anche loro lo stress. Quando torneremo alla vita di prima non stravolgete tutto, ma cercate di fare le cose gradualmente in modo da dare tempo al cane di adattarsi alle novità. Chiedete sempre un consiglio ad un esperto che vi dirà come scegliere al meglio.

Cani e bambini: come farli vivere insieme

Crescere fin da bambini con un cane, si sa, è una cosa bellissima e porta molti benefici sia ai bambini che ai cani.

Per i bambini il cane è un compagno di giochi, avventure e con lui si instaura un rapporto di fiducia e rispetto.

É stato osservato che i bambini cresciuti con un animale e sviluppavano più empatia verso il prossimo e hanno più rispetto verso gli altri. Avere un cane porta ad essere più responsabili in quanto un cane va nutrito, curato e rispettato nelle sue esigenze.

Tutto questo è bellissimo se però la scelta di prendere un cane viene fatta con le dovute considerazioni e da tutti i membri della famiglia grandi e piccoli, perchè un cane ha delle necessità che non possono venire soddisfatte solo dalla parte giovane della famiglia! I cani sono degli esseri viventi con molti bisogni: hanno una vita che seppur più corta della nostra si spera sia lunga e felice quindi non possono essere messi via in un armadio. Non sono regali, ma scelte consapevoli.

Ci sono quindi alcune considerazioni da fare prima di scegliere se prendere un cane:

Prima di tutto, bisogna definire bene il tempo e la gestione che si vorrà avere in casa e fuori da parte di ogni membro della famiglia mettendo in conto che i bambini crescono e cambiano. In base alle proprie esperienze ed al genere di vita che si ha si potrà vedere se è più idoneo un cucciolo o un cane adulto.

Ovviamente in questo ultimo caso il cane deve essere compatibile con i bambini e può aver senso fare un percorso di inserimento con uno specialista.

Il cane infatti non riconosce i bambini come piccoli umani, ma li vede come esseri viventi spesso rumorosi e che si muovono in modo strano. Non tutti i cani quindi possono essere idonei ad una vita con dei bambini o magari hanno bisogno di un percorso di conoscenza.

Ricordiamoci sempre che l’adulto deve sempre supervisionare quando bambini e cani sono insieme per evitare brutte sorprese. Una grande percentuale di aggressioni di cani verso bambini avviene perchè quest’ultimi vengono lasciati soli con i cani che hanno delle reazioni per loro naturali in risposta a qualche comportamento del bambino.

Cani e bambini comunicano in modo diverso è quindi fondamentale insegnare ad entrambi a capirsi e comunicare nel modo corretto. Il cane deve imparare a non saltare addosso, non mordere, dosare l’uso della bocca e giocare nel modo giusto per non far male e spaventare.

Dall’altra parte i bambini devono imparare a riconoscere determinati segnali che il cane dà per capire se sta giocando o se sta manifestando fastidio ( se per esempio il cane tira giù le orecchie e la coda chiaramente non sta gradendo l’interazione).

I bambini devono anche sapere che alcune loro reazioni possono innescare reazioni del cane, per esempio se corrono è normale che il cane li insegua. Va insegnato anche come toccare il cane, dove gli piace e dove invece può sentire dolore per esempio alle orecchie. I bambini devono imparare che il cane non è un gioco da prendere e strattonare, non deve essere disturbato mentre mangia e dorme.

Ovviamente tutto questo va insegnato a seconda del livello di crescita del bambino, ma anche i più piccoli imparano

Il cane deve poter sempre scegliere se continuare a stare insieme o andarsi a riposare o allontanarsi. Per esempio se gli sto facendo le coccole dopo un paio di minuti è meglio smettere e se lui si alza e va via non devo fermarlo. Questo perchè costringere un cane a fare qualcosa di non gradito può innescare reazioni pericolose arrivando anche al morso.

Può essere molto utile insegnare ai bambini a fare delle attività che siano gratificanti per il cane, per esempio la ricerca di biscotti, insegnare alcuni comandi e percorsi da fare insieme in casa e fuori.

Entrambi cani e bambini è bene abbiano un luogo sicuro e tranquillo dove poter stare separati. I bambini possono avere la loro cameretta dove giocare e stare in tranquillità.

Per insegnare al cane a non entrare possiamo mettere dei cancelletti in modo da non isolarlo totalmente. Il cane deve avere una sua cuccia dove poter riposare, deve essere messa in un posto tranquillo lontano da fonti di calore e da passaggi continui. Quando il cane è nella cuccia non deve essere disturbato, piuttosto è meglio chiamarlo se vogliamo interagire con lui.

È giusto dare responsabilità ai bambini magari chiedendo ai più grandi di portare fuori il cane ogni tanto. Ma ricordiamoci che siamo sempre noi adulti i responsabili e dobbiamo sempre prendere consapevolezza di cosa succede. I bambini crescono e gli interessi cambiano soprattutto se si arriva all’adolescenza. Un ragazzino può non aver più voglia o magari tempo (perchè studia o fa sport) di portare giù il cane in quel caso è giusto che si intervenga. Spetta agli adulti occuparsi in primo piano del cane, non si può aspettare che facciano tutto e sempre i bambini. Se il ragazzino deve andare ad un corso o dagli amici il cane non può rimanere sempre a casa per poi finire in canile o abbandonato per strada.

La scelta del cane sia come età che se razza (e quale) o meticcio non è facile non essendoci una risposta che vale per tutti. Prima di prendere un cane bisogna valutare bene l’interesse di tutti i membri della famiglia, la routine quotidiana e se si è più o meno attivi per esempio. Alcuni cani possono essere più idonei ai bambini piccoli, ma la cosa importante è sempre il lavoro che c’è dietro. Non è detto per esempio che un cane di taglia piccola sia meglio per i più giovani in quanto sono più fragili fisicamente e devono essere tutelati per non diventare giochi da lanciare. I cuccioli sono quasi sempre più vitali e devono imparare anche loro a vivere quindi non sempre si ha il tempo di crescerli nel modo giusto insieme ai figli. Se si hanno dei dubbi è sempre meglio chiedere a professionisti per avere pareri e consigli prima dell’arrivo del cane in modo da essere pronti a soddisfare le esigenze di tutti.

E se aspetto un bambino, come posso abituare alla futura presenza del bebè il mio cane?

L’ultimo consiglio da dare è quello a chi invece ha già un cane e aspetta un bimbo è importante prendere alcune precauzioni appena si sa di essere in attesa.

I cani sono molto sensibili agli odori e alle nostre emozioni quindi spesso si accorgono subito del cambiamento. Visto che quando nascerà il bambino si avranno orari diversi e meno tempo è giusto abituarlo a piccoli cambiamenti di orari di uscita anche se bisogna evitare cambiamenti drastici.

Se il cane è sempre abituato a stare con noi abituiamolo piano piano a stare per un pochino da solo o magari semplicemente in una stanza. Fargli conoscere le cose del bambino annusando e curiosando può essere d’aiuto per fargli iniziare a prendere informazioni sul nascituro.

Appena nasce è giusto che annusi (si anche il pannolino magari) in modo che lo riconosca come membro della famiglia. Facciamo tutto senza cambiamenti drastici e dedichiamo un pochino di tempo anche a lui, una passeggiata in un bel posto oppure due coccole sul divano. Non isoliamo mai il cane da noi, durante l’allattamento facciamogli vedere cosa succede al massimo chiediamo a qualcuno di darci una mano. Ma se isoliamo il cane durante le attività col bambino il cane la vivrà come una punizione e vedrà il piccolo come la causa dell suo allontanamento. I cani sanno stupire facciamo tutto con calma e gradualmente. Anche in questo caso se abbiamo dei dubbi rivogliamoci a dei professionisti e se magari siamo soli possiamo chiedere una mano a qualche dog sitter o asilo per cani.

Questo non vuol dire dare via al cane, ma magari dargli la possibilità di fare le sue attività (anche solo una bella passeggiata) che al momento non possiamo fargli fare noi.

Cani e bambini possono vivere e crescere insieme facendo bellissime esperienze insieme. Scegliendo il cane giusto, cucciolo o adulto, senza fretta e con le giuste considerazioni andremo a creare una relazione che sarà unica.

La difficile vita dei cani di taglia piccola

Il modo di vivere di oggi è molto cambiato: ci ritroviamo ad abitare in appartamenti piccoli e avere una vita sempre più sedentaria.

Le città sono sempre più caotiche andando a diminuire gli spazi ed il tempo che abbiamo a disposizione, andando a cambiare anche la vita di chi ci convive con noi da millenni. I cani che originariamente erano animali da utilità e che aiutavano l’uomo nelle sue attività come la caccia, la pastorizia e la guarda oggi si ritrovano principalmente a fare compagnia.

La loro vita quindi è diventata più sedentaria andando a modificare i loro bisogni che, con le dovute precauzioni, possono essere soddisfatti con la vita di oggi.

Visto il cambiamento di vita sono quindi nate le razze da compagnia che hanno comunque origini molto antiche. Tra questi ci sono i Volpini di Pomerania, i Maltesi, i Bolognesi, i Barboncini, i Pinscher e molti altri.

Le razze toy o da compagnia derivano da altre razze, anche grandi, con le quali condividono molti tratti. Per esempio, il volpino fa parte delle razze spitz di cui fanno parte anche i Siberian Husky e i Samoiedo nati per tirare le slitte. I barboncini invece derivano dai grandi barboni cani specializzati della caccia in acqua.

Questo fa capire come, nonostante le loro dimensioni, sono cani a 360° come i loro cugini grandi con cui collaborano anche in alcune mansioni. Per esempio, molti cani di taglia piccola spesso aiutano nella guardia dando l’allarme. Ci sono poi veri e propri cacciatori come il Bassotto, il Jack Russell Terrier ed il Pinscher, questi ultimi nati per la caccia ai nocivi (topi e altri) nelle stalle e dove non arrivavano i gatti.

Proprio perché hanno gli stessi bisogni dei cani più grandi andrebbero cresciuti con consapevolezza e senza farli diventare dei piccoli urlatori morsicanti. Infatti, spesso questi cani vengono protetti eccessivamente o semplicemente tenuti sempre in braccio e sul divano e così facendo non riescono a manifestare le loro vere caratteristiche.

Vediamo quindi come fare per rendere loro la vita migliore.

I cani piccoli hanno gli stessi bisogni dei cani grossi, quindi anche di uscire regolarmente e fare le giuste esperienze. Andare a usare le traversine in casa per far fare loro i bisogni va contro la loro natura di non sporcare dove vivono. La traversina può essere utile per i cuccioli nel primi mesi di vita o se il cane ha problemi di salute. Ma anche se pesano sì e no due chili, anche loro hanno la necessità di uscire annusare e conoscere il mondo esterno per evitare di diventare timorosi di tutto. Iniziamo a lasciarli liberi in posti idonei ad esplorare in giro e loro ci ricambieranno con la loro fedeltà immensa. Bisogna dar loro la possibilità di correre liberi dove possono, andare per prati e non sempre a bere il caffè al bar. Questo perché il loro bisogno di esplorare e conoscere è lo stesso di un Golden Retriever!

Fin da subito vanno quindi socializzati, ovviamente con i giusti tempi e modi con le persone e ciò che fa parte del nostro mondo. Quando usciamo con un cane piccolo non lo facciamo toccare da tutti in modo insistente, ma rispettiamo le sue richieste di privacy e libertà. La gente approfitta della loro apparente innocuità, ma è giusto che possano decidere loro se farsi toccare o meno senza dover sempre arrivare a farsi sentire con il loro abbaio prima e il morso dopo.

Dall’altra parte bisogna comunque far loro vivere l’esperienza di conoscere persone per non sensibilizzare la loro indole di fare la guarda che può causare un iper-attaccamento al proprietario. È giusto quindi che abbiano i loro momenti di indipendenza e possano prendere le loro decisioni da soli. Per esempio, se viene qualcuno a casa nostra possono scegliere se stare con noi oppure andare a dormire nella loro cuccia o in un’altra stanza. Questo punto è importante per prendere in considerazione l’utilità della cuccia come luogo sicuro per il cane. Il divano e il letto sono sicuramente comodi e posti dove il cane può condividere un momento con noi. Sul divano però ci si siedono anche altre persone e non sempre è accessibile. Mentre la cuccia è unicamente del cane e li non deve venire disturbato. Per evitare quindi di avere un cane che abbaia ogni volta che viene gente a casa nostra è meglio creargli un suo posto sicuro e confortevole.

Lasciamo che abbiano la loro indipendenza e autostima in modo che non diventino iperprotettivi nei nostri confronti. È importante che imparino gradualmente a stare anche un pochino da soli in modo che nell’eventuale esigenza non si trasformino in urlatori seriali andando a disturbare tutto il condominio.

Un altro aspetto fondamentale è il loro bisogno di giocare e sfogare le loro energie e bisogni. Un cucciolo di Baboncino Bolognese avrà gli stessi bisogni di un cucciolo di pastore andando a sfogare i propri denti ed energie dove può. Non aspettatevi che un cane piccolo voglia dire poter dedicargli meno tempo ed energie. Un cucciolo toy magari per dimensioni sarà meno invadente, ma non per questo meno distruttivo. Il gioco e le attività come il fiuto sono importanti per creare giuste relazioni e momenti di crescita. Anche loro hanno bisogno di rincorrere una pallina, disfare un pupazzo e tirare una corda a seconda delle loro preferenze. Anche i più piccoli possono partecipare a corsi di educazione e attività cinofile per potersi divertire ed imparare. Ci sono attività che possono essere anche per loro piacevoli ed utili come l’agility e gli hoopers. Inoltre è importante che imparino ad essere manipolati nel modo giusto per poter poi permettere le necessarie visite veterinarie e se serve la toelettatura di routine. Spesso si ha più paura di ferirli, e quindi si evita di farlo perchè piccoli e loro si sentono più vulnerabili reagendo con abbai e morsi. Questo crea una catena di conseguenze che porta il propr ietario a non fidarsi del cane, che non viene più controllato andando quindi ad avere poi problemi di salute banalmente anche un fastidio alle orecchie si trasforma in un otite grave.

È’ fondamentale socializzarli anche con i cani di altre taglie, un Maltese può comunicare benissimo con un Bovaro del Bernese nonostante la loro differenza di taglia. Fin da cuccioli bisogna far in modo che socializzino con i loro simili per evitare che una volta cresciuti ne abbiano paura. Ovviamente la socializzazione va fatta con criterio e in sicurezza, ma è fondamentale per una vita serena ed equilibrata. Evitiamo di prenderli in braccio alla vista di altri cani, ma accompagniamoli a conoscerli facendoci sentire vicini e complici.

Prenderli in braccio può innescare una risposta predatoria nell’altro cane e paura nel piccolo toy. Meglio star loro vicino, magari inginocchiandoci in modo da essere da farci sentire li con loro, ma rispettando le loro decisioni.

A volte è importante convincerli un pochino all’inizio in modo da superare la loro paura che spesso deriva anche da una nostra insicurezza. Il gioco e la comunicazione tra cani è fondamentale per non crescere paure e ansie future. Anche se pesano pochi chili hanno le stesse capacità comunicative dei cugini grandi. Evitiamo di crescerli in solitudine in quanto il rischio e che poi si sfoghino diventando dei piccoli abbaiatori seriali.

I cani di taglia piccola spesso ci sembrano indifesi, fragili e poco credibili, ma spesso sono molto più tenaci e coraggiosi di quello che sembrano. Un errore comune è anche quello di prendere un cane di taglia piccola perchè si hanno dei bambini. Ma la loro piccola taglia può creare reazioni sbagliate in un bambino come quello di poterlo sollevare e lanciare che porteranno il cane a reagire anche con un morso. I cani di piccola taglia sono spesso meno tolleranti perchè si sentono più vulnerabili. In presenza di bambini è sempre importante fare le dovute valutazioni e non basarsi solo sulla taglia. Bambini e cani vanno sempre tenuti sotto controllo e il cane anche se pesa due chili non va mai preso come un peluches. Entrambi vanno poi cresciuti con consapevolezza in modo che si sappiano relazionare al meglio dando vita alla stupenda amicizia che può crearsi tra cane e bambino.

Diamo loro la possibilità di essere cani nel vero senso della parola e loro ci ricambieranno facendoci compagnia come solo loro sanno fare.

Se abbiamo paura di sbagliare o che si possano far del male e non ci fidiamo di noi stessi, affidiamoci ad un professionista in modo da crescerli consapevolmente! Un cane che si sente felice, in grado di vivere bene sia in casa che fuori è un cane sereno che renderà la nostra vita con lui unica.

Il fiuto: lavoro e divertimento insieme

Dogsitter petsitter milano
Ricerca olfattiva

I cani usano principalmente tre sensi per muoversi nell’ambiente: la vista, l’udito e l’olfatto. La vista e l’udito vengono usati più spesso in quanto costano meno fatica e dispendio energetico.

Il cibo più economico è quello più vicino, ossia individuabile con la vista. Se non c’è niente di commestibile ben in vista, allora il cane o il lupo cerca di ascoltare se sente il rumore della potenziale preda. Solo se nessuno di questi due sensi gli è di aiuto per procurarsi il pasto, il cane mette in moto l’olfatto” (Anne Lill Kvam “il fiuto del cane tra gioco e lavoro”).

Questa frase descrive bene come mai il fiuto viene usato come ultima risorsa durante la caccia, ma anche nei momenti di vita quotidiana del cane. Usa ovviamente l’olfatto per comunicare con l’ambiente, ma non in modo definito e preciso. Anche nel gioco, nella ricerca delle palline disperse nei prati, vale la stessa regola, motivo per cui molte palline vengono perse. Il cane non percepire tutti i colori, distingue il blu, il giallo ed il bianco, mentre confonde il rosso, l’arancione, il giallo ed il verde (motivo percui spesso le palline gialle da tennis non vengono viste nell’erba). Avete mai provato a lanciare dei bocconi a terra? Il cane non li trova subito con la vista e userà l’olfatto la dove gli occhi non vedono. Questo perchè oltre a non distinguere i colori i cani sono miopi e la dove non vedono interviene il naso. Sempre legato alla caccia i cani sono attratti da ciò che si muove mentre ciò che rimane fermo spesso non viene percepito. La lepre aspetta immobile e sa che solo quando si muoverà il predatore partirà all’inseguimento, e deve essere brava a calcolare le distanze! Motivo percui la pallina è più interessante quando si muove che quando è ferma.

L’olfatto costa molta energia e usarlo stanca, ma crea un senso di appagamento molto forte nel cane per questo motivo è un ottimo modo di divertirsi insieme.

I cani, si sa, hanno un olfatto molto sviluppato che viene usato per comunicare e prendere informazioni dall’ambiente. Le marcature sono un grande sistema di comunicazione canina ancora in larga parte a noi sconosciuto. Inoltre, l’olfatto è stato anche usato per tantissime attività al servizio dell’uomo come la caccia di prede fino alla ricerca di dispersi, di droga e addirittura per precise situazioni mediche. Ovviamente ogni cane ha le sue preferenze ed il suo modo di utilizzare il fiuto. Questo dato in primis dalla selezione di razza un segugio non alza mai il muso da terra cercando nel terreno odori interessanti, mentre cani da ferma annusano l’aria prima in cerca del cono d’odore della preda. Ci sono poi razze selezionate ad usare la vista per predare come i levrieri (muovendosi nelle pianure deserte hanno più facilità a vedere), che però possono comunque trovare appagamento in alcune tipologie di ricerca. Ci sono poi razze come i grossi pastori che difficilmente lavorano su richiesta e spesso sono poco interessate al cibo o gioco, ma con delle eccezzioni come la nostra amica Angie maremmana amante della ricerca.

La ricerca può anche aiutare nel lavoro con cani con problemi comportamentali andando a appagare e dare un’attività alternativa a comportamenti sbagliati. Per esempio cani reattivi possono scegliere di cercare cibo invece che reagire alla vista di persone o cani in quanto la ricerca li soddisfa di più. Inoltre cani paurosi possono iniziare a trovare nella ricerca di persone un modo per accettarne almeno la vista andando a ricevere una ricompensa dal disperso. Ovviamente in questi casi c’è bisogno di un rieducatore che possa guidare cane e proprietario per non innescare risposte negative e creare situazoni pericolose e controproducenti.

Al di fuori dell’utilizzo naturale dell’olfatto e quello utilizzato per determinati lavori, esso viene usato poco nella vita di tutti i giorni.

Il cane si annusa in modo istintivo, ma non gli viene quasi mai chiesto di farlo per motivi precisi. Molti proprietari non sanno che si possono creare bellissimi momenti di ricerca insieme e creare dei lavori di coppia in cui si sfrutta appunto questo senso per cercare cibo, oggetti, persone o riconoscere specifici odori. Per il cane è molto divertente e gratificante cercare e gli permette di utilizzare un senso che per lui è molto appagante. La ricerca può essere svolta in diversi modi, vediamoli in modo sintetico:

La pista olfattiva

Consiste nel cercare bocconcini nascosti lungo piste in cui il cane deve seguire il cono d’odore della persona appena passata e del cibo lasciato a terra. I bocconcini possono anche essere disposti in una zona delineata da un’area definita e in questo caso, si parla di ricerca nel quadrato. Entrambe le situazioni vengono prima rese semplici e poi più complesse andando ad allungare la pista, con delle deviazioni o allargando sempre di più l’area ad esempio. La stessa cosa può essere fatta con un oggetto lavorando prima in apprendimento per far si che il cane associ l’oggetto al nome della cosa dispersa. Questa attività vi porterà a creare percorsi unici e divertenti per voi e il vostro cane andando a sbizzarirvi su dove nascondere i bocconi e sfidare la loro bravura. Inoltre potete sempre insegnare al cane a cercare le chiavi della macchina o gli occhiali ed altri oggetti. Vi è mai capitato di far cadere per sbagli le chiavi e non trovarle? Usate il naso di Fido e le troverà subito!

La ricerca di persone

È un tipo di ricerca in cui il cane segue la traccia lasciata da una persona che si è nascosta e che ha con se un gioco o un premio gustoso. Una volta che il cane avrà trovato il figurante nascosto, avrà la ricompensa. Questa attività è molto divertente perché il proprietario non sa dove sia la persona e deve per forza affidarsi al cane. Ovviamente all’inizio la persona partirà a vista per far capire al cane cosa deve fare e poi l’educatore insegnerà i vari passaggi al binomio. È fondamentale che si nasconda un’altra persona e non il proprietario del cane, in quanto vedere “sparire” il proprio migliore amico potrebbe creare ansia e quindi rovinare il divertimento. Essere soli nel bosco, nel silenzio affidati solo al cane che d’istinto vi porterà dal figurante è un’esperienza unica da fare insieme al nostro amico.

La ricerca con oggetti

Cercare cibo nascosto in oggetti come piccoli bicchieri o sotto i coni andando a distinguere dove c’è il boccone e dove non c’è nulla è un altro modo per divertirsi usando il naso!

Ricerca degli sniffer

Consiste nel riconoscere determinati odori, che vengono chiamati in gergo “sniffer”, su oggetti o barattoli contenenti le essenze. Di solito si usa la cannella come odore di riferimento che il cane deve riconoscere. Oppure il cane deve riconoscere tra diversi oggetti uguali, di solito legnetti, quello toccato da noi.

Sono tanti i metodi che ci consentono di passare del del tempo col nostro cane in maniera divertente e ognuna di queste attività può essere svolta con un preciso training che da le informazioni giuste al cane e al proprietario su come utilizzare al meglio il tartufo del nostro amico. Infatti, da parte del cane c’è la condivisione del fiuto in modo collaborativo, mentre il proprietario deve dare le giuste informazioni su cosa cercare e poi affidarsi al cane. È importante affidarsi ad un educatore e seguire un corso in modo da seguire tutti i passaggi necessari. All’inizio il cane non è in grado di capire cosa deve fare, e per guidarlo insieme al proprietario deve seguire un percorso che a seconda dell’individuo sarà più o meno lungo. In modo da poter usare il fiuto come strumento per divertrsi insieme e dare al cane un senso di appagamento unico.

La ricerca oltre ad essere appagante è anche un ottimo modo per passare del tempo insieme al cane, infatti cercare per il cane vuol dire usare molte energie, più di quelle spese in un’ora di passeggiata. Alcune attività possono anche essere svolte in casa o in spazi piccoli, ma tutte sono delle ottime occasioni per scoprire un lato unico e naturale del cane. Non servono quindi grandi spazi, bisogna munirsi di qualche boccone alcuni giochi ed avere un buon programma con tutti i vari passaggi da fare per aumentare le difficoltà e provare le varie tipologie di ricerca. Preparate il vostro kit di premi, lunghina, cibo, giochi trovate un bravo educatore competente e buon divertimento!

Marta Treves educatrice cinofila

Visit Us On Facebook

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie e cliccando su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi