cane

La neotenia: comportamenti e aspetti infantili nei cani.

Vi siete mai chiesti perchè alcune razze di cani, soprattutto molossoidi hanno occhi grandi, musi schiacciati e comportamenti apparentemente molto infantili? Oppure come sono nati alcuni colori di mantello molto colorati e pezzati non presenti in natura?

Ebbene la domesticazione del cane comportò una sorta di “regressione” delle caratteristiche morfologiche dell’adulto verso l’aspetto infantile: orecchie pendenti, occhi grandi e tondeggianti, musi schiacciati e perfino la pezzatura del mantello sono tutti caratteri che non esistono nel cane selvatico. L’uomo ha selezionato sempre di più diverse tipologie di cane in base alle caratteristiche che gli servivano per determinate attività sia fisicamente che in base al comportamento (anche se meno consapevolmente). Nel 1995 diversi autori tra cui Coppinger e Schneider dimostrarono che le razze dei cani potevano essere suddivise secondo aspetti neotenici in quanto la manipolazione della morfologia poteva influenzare carattere e temperamento e viceversa.

Facciamo un passo indietro: Viene definita neotenia il fenomeno evolutivo per cui negli individui adulti di una specie permangono caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche delle forme giovanili (Konrad Lorenz). Quindi si è visto che la domesticazione del cane comportò una sorta di regressione dell’adulto verso l’aspetto infantile soprattutto in alcune razze e gruppi. Alcuni autori hanno quindi diviso le razze in gruppi seguendo lo schema della neotenia. Questa suddivisione è una tra le tante e non va presa sapendo che ogni individuo è comunque diverso dall’altro e ci sono altri fattori insieme. Vediamo i vari gruppi:

Primo stadio, infantile: Le caratteristiche fisiche sono: orecchie piccole e pendenti, occhi grandi, cranio tondeggiante e corpo tozzo. In natura i cuccioli sono legati alla madre e ai fratelli, e hanno paura del mondo esterno questo nei cani si riflette con individui poco interessati a cosa succede fuori e che si fidano di pochi individui della famiglia. Ne fanno parte principalmente i molossoidi e cani da compagnia, sono molto territoriali e poco consoni a fare attività. Sono anche grandi lottatori in quanto spesso non hanno comportamenti rituali tipici dei lupi e canidi adulti. Sono spesso cani impulsivi e poco inclini a comunicare. Questa caratteristica per esempio fa si che molto molossoidi siano poco socievoli con gli altri cani.

Secondo stadio, gioco: Fisicamente hanno orecchie più lunghe, ma pendenti o semierette, muso più lungo e corpo più proporzionato. Sono cani molto curiosi e vivaci come i cuccioli di lupo dal 3 ai 4 mesi che iniziano ad interagire con individui al di fuori della famiglia. Sono molto curiosi e questo si vede nei cani che hanno una forte tendenza a prendere tutto in bocca. Le razze tipo sono i braccoidi e soprattutto tutti i retrievers cani molto socievoli e collaborativi.

Terzo stadio, il pastore: Le orecchie sono ormai erette o quasi erette, il muso si è ulteriormente allungato, l’andatura è agile e sciolta. Tra i 4 e i 6 mesi in natura i cuccioli imparano gli ordini gerarchici e ordinamento del branco, questa ne fa cani molto collaborativi. Inoltre iniziano a mettere in atto comportamenti predatori come inseguire e sorpassare ogni oggetto in movimento. Tra le razze ci sono la maggior parte dei lupoidi, specialmente quelli da pastore.
Questi cani sono adatti a compiti di guardia, perché già territoriali; di difesa, perché sono pronti a tutto per il padrone-capobranco; di pista, perché conoscono già le tecniche di caccia che li spingono a usare l’olfatto; di conduzione del gregge, perché tendono a “raggruppare” gli animali che vengono loro affidati. Le razze che appartengono al terzo stadio sono quelle più duttili ed eclettiche, perché  mostrano una maturità psichica “quasi” adulta ma restano assai dipendenti dai superiori gerarchici.

Quarto stadio, tallonare: Fisicamente sono dei lupi adulti cioè con orecchie dritte, muso lungo, corpi agili e muscolatura ben sviluppata. Sono cani indipendenti, fortemente interessati al mondo esterno e predatori completi perchè in natura iniziano ad andare a caccia con gli adulti. Ne fanno parte principalmente i cani nordici, cani molto gerarchici, e collaborativi, ma se si entra nel loro interesse e senza prese in giro.

Quinto stadio, adulto: Assomigliano anche loro ai lupi adulti, non abbaiano quasi mai in quanto è un comportamento infantile (possono ululare). Sono molto indipendenti e predatori come tutti i levrieri e alcune razze nordiche. Sono pochi cani appartenenti a questo gruppo e possono essere comunque dei grandi compagni di vita.

Questa suddivisione è molto interessante per fare alcune considerazioni si comportamenti presenti in alcune razze piuttosto che in altre. Per esempio la grande collaborazione dei cani da pastore è dovuta al fatto che ricordano i lupi giovani curiosi e pieni di energia. Mentre la forte reattività di alcuni molossi come i pitbull e la bassa tolleranza coi cospecifici è dovuta al fatto che non hanno le competenze comunicative proprio come i cuccioli di lupo. Questo è un modo per conoscere ancora meglio il nostro amico a quattro zampe e imparare a gestirlo al meglio per evitare problemi e incidenti, ma vivere una vita piena e serena.

 

Ho perso il cane, cosa faccio?

Che sia successo per sbaglio, perché si è spaventato o semplicemente perché ha deciso di allontanarsi ecco alcuni consigli. Anche se non è facile cerchiamo di non farci prendere dal panico, ma facciamo le cose giuste e facciamoci aiutare.

Cerchiamo di non inseguirlo, ma richiamiamolo mettendoci tranquilli e fermi invogliandolo a tornare senza urlare e agitarci. I cani se ci vedono agitati non tornano perché pensano che ce l’abbiamo con loro. Andiamo quindi in un punto dove ci possono sentire e nel caso camminiamo con calma dalla parte opposta di dove si stando dirigendo.

A volte dopo che si fanno un giro i cani tornano dove sono stati quindi tornare sui vostri passi e aspettate. Alcuni cani tornano dopo pochi minuti altri dopo un paio d’ore o giorni.

Se non lo vediamo più cerchiamo di chiedere nei dintorni se è stato avvistato e mettiamo dei post sui social con tutte le giuste informazioni per riconoscerlo e avvicinarlo.  Facciamo dei volantini da consegnare in giro e ripercorriamo i percorsi che pensate possa aver fatto. Denunciamo ai canili e veterinari lo smarrimento in modo che la voce si espanda e più persone abbiano modo di aiutarvi.

Fatevi aiutare dai professionisti, ci sono persone che grazie a vari metodi, anche usando altri cani riescono a rintracciare il cane e ritrovarlo. Fate in modo di creare una rete di contatti in modo che più persone sappiano chi è il vostro cane in caso di avvistamento.

Se lo ritrovate cercate di essere felici e non sgridatelo, anche se ci ha messo un po’ è comunque tornato e quindi va premiato!

Ho trovato un cane, cosa faccio?

Cosa dobbiamo fare se troviamo un cane in giro da solo? Prima di tutto cerchiamo di capire se è disperato e quindi potrebbe essere stato abbandonato o essersi veramente perso oppure se si è solo allontanato dal proprietario. Nel primo caso il cane dovrebbe cercare di seguirci o sembrare molto spaesato e spaventato. Mentre se sembra a suo agio possiamo vedere in giro se ci sono case o persone a cui chiedere se lo conoscono in modo da rintracciare il proprietario e restituirlo.

Se invece il cane si mette in pericolo, magari è vicino ad una strada cercate di metterlo in sicurezza magari legandolo al guinzaglio o chiudendolo da qualche parte. Se volete seguire l’iter giusto a seconda dei comuni le autorità competenti sono la polizia locale, l’ATS o i canili sanitari. Se in quel momento non rispondono e siete riusciti a tenere il cane con voi potete anche recarvi al canile o veterinario più vicino e con loro vedere se ha il microchip. Qualora dovesse averlo il veterinario provvederà a rintracciare la famiglia viceversa se il cane non ha nulla entrerà in canile o in un’associazione e seguirà l’iter delle adozioni. Il cane ha comunque ancora 60 giorni per essere denunciato e eventualmente ritrovare la famiglia di origine.

Oggi è facile grazie a internet trovare i numeri delle autorità competenti e vedere cosa fare a seconda di dove siamo. Usiamo anche i social per fare foto e creare annunci di ritrovamenti per vedere se qualcuno risponde e conosce il cane. Mentre aspettiamo che arrivino le autorità cerchiamo di tenere d’occhio il cane, se non si fa prendere non lo inseguiamo, ma spingiamolo verso un posto sicuro cercando di deviarlo con il corpo. Cercando di andargli incontro spingendolo nella direzione giusta un po’ come fanno i pastori con le pecore. Potremmo aiutarlo con del cibo e con movimenti tranquilli avvicinarci. Se si fa toccare evitiamo di accarezzarlo molto, ma semplicemente teniamolo fermo e se possibile leghiamolo in modo da tenerlo in sicurezza. I cani trovati per strada possono avere ferite o malattie quindi è comunque sempre bene fare riferimento ad un veterinario e non portarlo a casa anche perché è comunque vietato affidarci un randagio in quanto se lo è veramente è proprietà del comune.

 

 

 

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Dominanza, capobranco…ma di chi?

Spesso mi viene detto: “il mio cane è dominante” oppure “il mio cane non mi vede come capobranco” oppure mi viene chiesto come fare si che il cane ubbidisca e basta. Ma ragioniamo un attimo sul significato delle parole:

Una definizione base di dominanza è “modello di comportamento secondo il quale gli individui stabiliscono le gerarchie di gruppo”. Quindi è un tipo di gerarchia e relazione in un gruppo di individui di un gruppo famigliare della stessa specie. Essendo il cane e l’uomo appartenenti a due specie bene diverse e definite non ha senso parlare di dominanza in quanto non porta nessun beneficio. i nostri cani non vivono la loro vita cercando di prendere decisioni e conquistare il letto o il divano. Non ha quindi senso cercare di obbligarli a regole come mangiare dopo di noi, entrare in una camera solo con il nostro permesso o altro rischiamo solo di aumentare la loro frustrazione.

Un altro punto è che è stato dimostrato con studi scientifici che cani e lupi hanno modi molto diversi di gestione del branco e delle relazioni tra individui. I lupi (parlando di quelli selvatici) sono formati da individui strettamente imparentati tra loro in cui i più anziani, e quindi più competenti, guidano i giovani creando vere e proprie gerarchie famigliari. I membri più in alto sono quelli che danno sicurezza, protezione e prendono decisioni importanti e sono quelli che fanno meno per essere ascoltati di più. Nei gruppi di cani ferali o randagi invece non ci sono gruppi stabili e in base alle risorse disponibili gli individui si uniscono o dividono dal gruppo. I nostri cani quindi creano dei legami con altri individui che possono essere più o meno duraturi del tempo e variabili. Non ha quindi senso parlare di dominanza tra individui che si conoscono dieci minuti al parco piuttosto si parla di capacità di comunicazione e tolleranza alla presenza di altri individui.

I nostri cani quindi hanno bisogno di rispetto, di una guida che li faccia vivere al meglio nel mondo e che li porti a potersi esprimere per quello che sono. Dobbiamo essere i loro compagni di vita, diventare i loro amici e non reprimerli come se dovessero ubbidire a delle regole senza senso. Chi tende a usare molto il controllo, voler essere padrone è perché non riesce a stare in modo sereno con gli altri e quindi nemmeno con un cane.

TRICKS: PICCOLI TRUCCHI PER DIVERTIRSI CON IL PROPRIO CANE.

Fanno parte dei tricks tutti quei comportamenti che possiamo insegnare al cane, che non hanno una funzione precisa, ne fondamentale nella vita. Servono per creare momenti divertenti oppure creare sequenze per far lavorare con il cane, per esempio cercare e mettere via determinati oggetti.  Alcuni esempi sono: dare la zampa, passare sotto le gambe, l’orsetto, rotolarsi, girare su se stessi o intorno ad un oggetto, toccare qualcosa, fare il morto, l’inchino e molti altri.

Ogni comportamento viene impostato in apprendimento in una o più sessioni e a seconda del cane sceglieremo la modalità e i tempi giusti. Per scegliere quale trick fare bisogna tener conto della costituzione del cane e della sua forma fisica, ma quasi tutti sono facilmente fattibili da tutti i cani iniziando da quelli un più semplici. Man mano che si va avanti nel creare nuovi comportamenti il cane migliorerà la capacità di imparare e collaborare con noi. I tricks possono poi essere messi insieme in sequenze in modo da creare piccole coreografie divertenti. queste piccole sessioni di lavoro servono  per sviluppare le conoscenze e capacità  del nostro cane, oltre a mantenere il fisico in salute (e anche il nostro visto che ci dovremo muovere molto!).

Alcuni tricks, quando sono totalmente acquisiti dal cane, possono venire usati in momenti stressanti per diminuire l’attenzione del cane verso lo stimolo stressante e renderci partecipi del suo essere o per migliorare la concentrazione del cane in una certa situazione difficile da gestire. Inoltre possono essere utili per conoscere vari oggetti e interagire con diverse persone soprattutto per cani che hanno delle paure nei confronti di ciò che non  conoscono. Per esempio l’uso del corpo umano (passare sotto, girare dietro) è un modo per far interagire cani timidi con le persone. I tricks sono poi la base di alcuni sport e possono anche essere un modo per sfogare e migliorare l’attenzione del cane prima di una lezione o gara.

Se volete imparare qualche tricks e condividere con altri in piccole sessioni veniteci a trovare al campo ad Abbiategrasso!

Il cane in auto: come comportarsi in viaggio.

Secondo il codice della strada è permesso portare liberamente in auto il vostro animale domestico purché sia custodito in una gabbia o legato con una cintura di sicurezza. Oppure è possibile che viaggi nel vano posteriore dell’auto, ma separato da una rete o un divisorio. Principalmente il cane deve poter permettere al guidatore una guida in sicurezza senza essere d’intralcio. Questo è quello che dice la legge, ma come comportarsi in caso di cane che si agitano, hanno paura o soffrono la macchina? Infatti molti cani, soprattutto se presi da adulti non conoscono l’auto e non sanno come comportarsi.

Inizialmente facciamo conoscere la macchina al cane facendo si che il cane annusi sia dentro che fuori. Annusare anche solo le gomme è un modo di familiarizzare con le automobili. Se il cane non ha problemi a salire facciamolo andare su. Se non riesce insegniamogli a salire usando premi e giochi. Iniziamo a fare brevi tratti per farlo abituare al movimento della macchina. Durante il tragitto premiamo con la voce tutti i comportamenti corretti (se sta seduto e rilassato), mentre se si agita cerchiamo di tranquillizzarlo o proviamo a usare un kennel. Alcuni cani si sentono più sicuri se sono chiusi in una gabbia, anche quelle morbide vanno bene. Se poi per vostra preferenza volete usare un kennel cercate di usare sempre lo stesso in macchina fin da subito abituando il cane a salirci su. Ricordatevi che gli unici kennel veramente salvavita (dipende poi dal tipo di urto) sono quelli di alluminio fissi che vengono dati in dotazione dalle case automobilistiche o presenti sul mercato. Inoltre il cane deve potersi muovere liberamente all’interno sia in piedi che sdraiato. Diversamente valutiamo se il cane è più a suo agio sui sedili posteriori o nel bagagliaio. Possiamo legare il cane con la cintura di sicurezza che va messa sulla pettorina e non sul collare in quanto potrebbe strozzarsi. In alcuni casi il cane potrebbe salivare molto o vomitare. In questo caso potrebbero essere due possibilità:

Primo il cane è spaventato quindi mette in atto comportamenti da paura (affanno, tremore, coda tra le gambe, irrigidimento). In questo caso iniziamo a proporre al cane piccoli giochi, snack a macchina ferma in modo che riconosca l’auto come una cosa bella. Saliamo in auto con lui e rimaniamoci finché non si tranquillizza. Appena il cane sale in auto ed è più rilassato facciamo brevi tratti (anche cinque minuti) per andare in posti piacevoli (parco, casa, campagna) in modo che associ il viaggio a una bella ricompensa. Evitiamo di usare solo l’auto per andare dal veterinario o in altri posti stressanti. Man mano poi allunghiamo sempre di più le distanze appena vediamo che la situazione migliora. A volte basta anche inizialmente andare dietro casa e poi tornare in auto.

La seconda opzione potrebbe essere vera e propria nausea da mal d’auto. In questo caso spesso passa con un po’ di pazienza e abitudine, anche qua fate inizialmente tragitti brevi. Se non vedete miglioramenti chiedete al veterinario dei farmaci o integratori che bloccano la nausea ed il malessere. Evitate anche di dare da mangiare al cane prima del viaggio.

La maggior parte dei cani è in grado di adattarsi ai viaggi in auto, l’importante è creare ambienti comodi e idonei per loro e informazioni chiare. Ricordatevi sempre di non lasciare i cani in auto coi finestrini chiusi soprattutto d’estate, ma anche d’inverno in quanto si scaldano in fretta. Evitate di fare viaggi lunghi senza prima fare delle piccole prove se il cane non è molto abituato a viaggiare. Prima di partire fate fare al cane una bella passeggiata in modo che si sfoghi e possa anche fare i bisogni che potrebbe poi trattenere nel tragitto. Spesso per molti cani non serve fare delle pause infatti spesso non fanno pipi durante le soste è quindi consigliabile non farne se non servono a noi. Facciamolo bere un pochino se fa molto caldo e se c’è lo chiede. In auto permettiamo al cane di riposare e se gli piace di guardare fuori dal finestrino.

Se andiamo lontano da casa portiamoci sempre dietro i documenti del cane per qualsiasi bisogno. Ricordiamoci anche la cuccia o qualcosa che il cane associ al suo odore, museruola e informiamoci sulle vaccinazioni obbligatorie all’estero. Ricordiamoci di prepararci in tempo a qualsiasi evenienza e chiediamo consigli ad educatori e veterinari se abbiamo dei dubbi.

 

apprendimento

I cani hanno bisogno di sviluppare quattro tipi di competenze nonostante spesso si guardi solo i lati fisici e sociali. Guardiamo le quattro competenze:

fisiche come mangiare, muoversi, dormire. Questi bisogni sono i più essenziali, e quindi vengono praticamente sempre rispettati. Nell’apprendimento al cane viene data la possibilità  di conoscere meglio il proprio corpo e come usarlo per muoversi nello spazio. Molti cani, per esempio, non sono a conoscenza della parte posteriore del loro corpo. Facendoli toccare oggetti col le zampe posteriori può renderli più conoscenza di avere una parte posteriore e quindi controllarla meglio. Questo aspetto è molto utile nel cuccioli in fase di crescita oppure nei cani con problemi fisici. Inoltre può aumentare la nostra conoscenza su come si muovono i cani e quindi trovare il modo di aiutarli in caso di necessità  o imparare a leggere i loro segnali corporei usati per comunicare. Anche il nostro orientamento e uso nel corpo è fondamentale nell’apprendimento in quanto i cani leggono molto la direzione nel corpo per capire cosa devono fare. Decidere che movimenti utilizzare per dare dei segnali è importante per dare informazioni chiare.

sociali: interagire con individui sia interspecifici sia intraspecifici, in quanto fin da cucciolo è importante che i cani, conoscano il mondo dove andranno a vivere. I cani hanno bisogno di una famiglia dove sentirsi sicuri ed accolti, ma anche di sapere come muoversi nel mondo esterno. Nell’apprendimento la relazione più importante è quella col proprietario che infatti viene sviluppata molto durante le sessioni. Durante le sessioni si innesca una relazione basata sulla fiducia reciproca. Infatti si aiuta i cani a fidarsi del proprietario a tal punto di fare cose che prima risultavano negative e incutevano un certo livello di timore. Cane e proprietario si uniscono nella ricerca di cose divertenti da fare in modo da innescare un gioco divertente per entrambi. Un altro aspetto è quello di rispettare i tempi e le richieste di entrambi, non chiedo ad un cane di fare qualcosa se in quel momento per esempio  qualcosa che lo preoccupa. Infatti l’apprendimento è creare un momento divertente dove la principale caratteristica e creare una sintonizzazione tra cane e proprietario. Un altro aspetto è aiutare cani diffidenti verso le persone o oggetti. Infatti molti cani col tempo e la pazienza giusta possono decidere di avvicinarsi sempre di più pur di ricevere un boccone. Da qua la strada per il divertimento sarà  più  facile grazie alla totale scelta del cane che è libero di andare via o rimanere infatti si associa qualcosa di positivo a qualcosa che prima era, per il cane negativo.

-mentali saper crescere come individuo con le proprie caratteristiche che rispecchiano la sua individualità  di quel cane in diverse situazioni. Questo aspetto è meno visto dai proprietari, ma fin da cucciolo il cane deve poter sviluppare anche le proprie competenze mentali. Nell’apprendimento si può vedere come man mano che si va avanti il cane usa sempre di più questo aspetto per capire al meglio come arrivare prima al rinforzo. Infatti l’attività mentale del cane è talmente alta che le energie usate superano alla lunga quelle usate per un’ora di corsa nei boschi. Questo non vuole dire che dobbiamo fare solo apprendimento per farli stancare, ma far usare al meglio la mente ai cani li aiuta a ragionare e trovare le migliori soluzioni. Infatti un cane con competenze mentali sviluppate sarà poi in grado di usare le cose acquisite durante le sessioni anche nella vita quotidiana. Inoltre, l’apprendimento è comunque un modo di divertirsi e far allenare il cane in momenti in cui non si può uscire.

Emotive- la necessità  di saper gestire le proprie emozioni in vari momenti della vita. Fin da cucciolo il cane è alle prese con le emozioni create dalle diverse situazioni in cui si trova. Durante l’apprendimento il cane manifesterà diverse emozioni come per esempio sentirsi frustrato per aver sbagliato o eccitato all’idea di ricevere un boccone. Il saper usare al meglio queste emozioni lo aiuterà  poi nella relazione con altri individui. Un esempio è la gestione dell’eccitamento che può essere visto come positivo, ma se esagerato può creare problemi. Infatti cuccioli troppo irruenti possono diventare adulti pesanti da gestire nelle socializzazioni e quindi aver poi difficoltà  nell’interagire con altri cani o persone. Cani in preda alle proprie emozioni possono diventare un problema per se stessi e gli altri in quando sono ingestibili. Nell’apprendimento nulla  è statico e usare le emozioni, imparando a leggerle aiuta a migliorare le competenze proprie e del cane. è anche importante sincronizzare le proprie emozioni a quelle del cane che percepisce il nostro stato d’animo in ogni momento. Per lavorare bene bisogna volerlo ed essere nello stato mentale giusto per farlo, se siamo distratti, arrabbiato o stanchi avremo diversi risultati. Riconoscere le emozioni del proprio cane non è difficile basta veramente una minima conoscenza del cane.

In conclusione l’apprendimento è dare al cane competenze da sviluppare associando qualcosa di positivo e un rinforzo. Questo sviluppando anche la relazione col proprietario e conoscere l’ambiente esterno per poter sapersi gestire al meglio. Il cane impara a collaborare con noi in assenza di conflitti e migliorare la relazione con le persone. Inoltre può essere utile per insegnare l’autocontrollo e la giusta gestione del cane da parte delle persone.

Tipi di apprendimento:

Ci sono due tipi di apprendimento:

stimolo: dove all’inizio creo io un comportamento inducendolo ed il cane segue,  uso un boccone poi solo il segnale. è importante che il cane riesca a staccarsi dal cibo, in quanto il comportamento delle essere visto come una cosa divertente che verrà  poi premiata.

Modellamento classico:  creo un’associazione temporale tra eventi. Il cane fa un comportamento corretto e io lo associo al premio, man mano il cane saprà  quale comportamento sarà  utile per ricevere il rinforzo. Ci sono due diversi tipi di modellamento, quello classico e quello operante in cui posso usare il  clicker.

Il clicker:

il clicker è uno strumento che si può usare nell’apprendimento come aiuto in più, infatti il metodo è sempre quello del rinforzo positivo. Ma durante la sessione di lavoro non cambierà il nostro metodo, infatti possiamo usare gli stessi movimenti, emozioni che usiamo senza clicker. Invece è uno strumento di precisione, aiuta il cane a concentrarsi meglio sul comportamento e aiuta noi a dare informazioni più precise. Il click va fatto nel momento del comportamento mentre magari la nostra voce arriva dopo e con le sbagliate emozioni. Durante una sessione il lavoro è diviso in tre parti comportamento-click.rinforzo, il clicker aiuta il cane a dare più importanza alla prima metà  che alla seconda in modo da staccare la testa dal cibo. Infatti è importante che il clicker non venga associato al cibo, ma al comportamento. Infatti mentre tra il comportamento e il click non ci deve essere un tempo lungo tra il click e il rinforzo può succedere di tutto.

Il guinzaglio: strumento di tortura o di piacere?

Lavorando come educatrice cinofila, facendo la dog sitter e pensione per cani mi capita di lavorare con molti tipi di cane diversi tra loro per razza, individuo ed esperienze. La cosa che quasi sempre stupisce i proprietari è che con me il loro cane non tira al guinzaglio. L’altra cosa di cui molte persone si stupiscono è che spesso cammino con 3 o 4 cani al guinzaglio senza problemi. Un cane che tira può essere anche pericoloso, per se stesso e per gli altri per questo cerco di far in modo di evitare che accada. Non avendo doti magiche, per far in modo che la passeggiata sia un momento piacevole per tutti seguo alcune semplici regole, vediamole insieme!

Fin da cuccioli i cani hanno bisogno di fare esperienze ed esplorare il mondo che li circonda, Evitiamo di bloccarli appena si spostano da noi e mettono giù il naso, lasciamoli andare a curiosare. Più noi tiriamo più loro tireranno e si andrà ad incentivare il gioco del tiro alla fune dove chi tira di più vince. Cerchiamo di stare col nostro cane il più possibile evitando di guardare sempre il cellulare. Se mentre noi scriviamo messaggini, guardiamo facebook il nostro cucciolo ci tirerà dove vuole una volta diventato adulto lo farà ancora, ma peserà il doppio e tirerà più forte.

Durante la passeggiata interessiamoci a loro andando a fargli conoscere nuovi posti e rendendoci partecipi di cosa fanno. Ogni tanto richiamiamo la loro attenzione chiedendogli piccole cose da fare (tipo cercare cibo, un semplice esercizio o proponendo un gioco) in modo da essere attivi e non solo dei pesi all’altro capo del guinzaglio. Fermiamoci a fare piccole pause anche solo per riposarci e permettere loro di capire dove sono e cosa fare. Piuttosto che trascinarli via richiamiamo la loro attenzione e usiamo qualcosa, tipo dei bocconi.

Abituiamoli da subito al richiamo e alterniamo momenti di libertà (in zone chiuse e idonee per i cani) a momenti di camminata al guinzaglio in modo che si abituino subito alle due alternative. La passeggiata deve essere fatta di momenti dove siamo noi a decidere la strada e il tempo e momenti in cui è il cane a scegliere dove andare e quanto annusare. Ovviamente chi è alla guida deve farlo in sicurezza senza andare incontro a pericoli. Se dobbiamo fare commissioni e quindi siamo noi a decidere dove andare diamo dei chiari segni al cane che ci deve seguire senza storie. Quando abbiamo finito i nostri giri premiamolo con un momento dedicato a loro dove possono decidere dove andare e cosa fare.

Abituiamoli da subito al richiamo e alterniamo momenti di libertà (in zone chiuse e idonee per i cani) a momenti di camminata al guinzaglio in modo che si abituino subito alle due alternative. La passeggiata deve essere fatta di momenti dove siamo noi a decidere la strada e il tempo e momenti in cui è il cane a scegliere dove andare e quanto annusare. Ovviamente chi è alla guida deve farlo in sicurezza senza andare incontro a pericoli. Se dobbiamo fare commissioni e quindi siamo noi a decidere dove andare diamo dei chiari segni al cane che ci deve seguire senza storie. Quando abbiamo finito i nostri giri premiamolo con un momento dedicato a loro dove possono decidere dove andare e cosa fare.

Se il cane tira per tutto il tragitto, potrebbe essere che lo portiamo sempre nello stesso posto e quindi lui si aspetta di fare il solito giro e sentire i soliti odori. Anche i cani si annoiano e soprattutto tendono a diventare ripetitivi se non vengono stimolati andando ad anticipare sempre di più le nostre mosse. Cammino più in fretta per arrivare là e poi tornare a casa. Cerchiamo di creare nuovi percorsi, magari anche semplicemente lato della strada o piccole deviazioni in modo da evitare che il cane ci preceda, e creare un’aspettativa aumentando l’attenzione su di noi. Se il cane tira verso gli altri cani e verso altri stimoli (persone, bici, macchine) è semplicemente perchè non sa come comportarsi in quel momento. Cerchiamo di dargli tempo, fiducia e sicurezza in modo che non si sentano soli ad affrontare il mondo. Quando il cane tira e si agita stiamo fermi in modo che lui non abbia la possibilità di fare quello che vuole e veda che non riceve nulla in cambio. Appena smette e ci dà attenzione allora lo andiamo a premiare con la voce e all’inizio anche con dei premi. Alcuni cani hanno bisogno di più tempo per sentirsi sicuri e di una maggiore distanza dallo stimolo che lo spaventa. Se un cane è reattivo alle macchine inizierò a portarlo fuori dove c’è poco traffico per poi andare a lavorare, insieme ad un educatore e vedere fin dove lui possa avvicinarsi. Piano piano mi avvicinerò allo stimolo appena vedrò che il cane mette in atto i comportamenti giusti senza andare in stress.

Se lui tira per andare sempre dritto e veloce facciamo delle deviazioni, dei percorsi anche intorno a oggetti che troviamo come macchine, alberi, pali in modo che lui si senta obbligato a dare attenzione a dove stiamo andando.

La passeggiata al guinzaglio deve essere un momento piacevole di condivisione tra noi e il nostro cane. Ovviamente si possono fare passeggiate anche con gruppi di persone e altri cani. Ma una regole è quella di evitare l’incontro tra cani soprattutto se diventano insistenti. I cani hanno una comunicazione con tempi e distanze maggiori delle nostre infatti un cane sa già chi ha davanti a un centinaio di metri (maschio, femmina, adulto etc). Il guinzaglio accorcia troppo i tempi e le distanze per permettere una giusta comunicazione. Per i cuccioli poi se vengono fatti incontrare solo al guinzaglio poi per il resto della vita ad ogni cane che vedono vi tirerà verso di lui tirando sempre di più. Se incontriamo un amico oppure vogliamo comunque farli conoscere facciamo una cosa veloce e rispettando i loro tempi evitando giri ed aggrovigliamenti di guinzagli.

Il guinzaglio è uno strumento che va conosciuto e fatto conoscere al cane fin da subito. Spesso mi viene chiesto qual’è meglio (lasciando perdere quello a strozzo ovviamente) e se meglio collare o pettorina. Ma la risposta bisogna vederla facendo provare il cane e vedere con quale o la miglior risposta. Infatti tutti gli strumenti fanno male se usati male e bene se usati nel modo giusto. Qua faccio una parentesi sul flexi, per me strumento sbagliato e pericoloso. Infatti il flexy nasce per essere tirato e incentiva ancora di più il cane a tirare. Se cade non si ferma e il pezzo di plastica può essere pericoloso andando a far male a qualcuno o al cane spaventandolo. Se vogliamo permettere al cane di avere più spazio (magari in campagna) usiamo delle lunghine meno pericolose e più simili al guinzaglio classico.

Ed infine, ricordiamoci sempre che nessuno meglio di un maestro può aiutarci a comprendere ad educare il nostro amico.

Quindi, senza timore, mano al telefono e chiamiamo un educatore qualificato: con pochi esercizi saprà rendere speciali le nostre passeggiate!

 

Quanto possiamo chiedere a fido?

Quanto possiamo chiedere ad un cane per soddisfare dei nostri bisogni a scapito dei suoi? Fin dove possiamo sfruttare la naturale collaborazione di un cane a nostro piacimento? Queste sono due domande che mi sono fatta dopo una telefonata fatta in riva al mare.

Non parlerò dei particolari della chiacchierata fatta al telefono, ma vorrei far riflettere su come a volte la scelta di prendere un cane è dettata da un bisogno particolare di uno o più membri della famiglia. Magari un anziano a cui far compagnia, dei ragazzini che hanno bisogno di un compagno di giochi oppure un professionista che propone il cane come sostegno per superare delle difficoltà. Superata però la sorpresa iniziale spesso si perde interesse, o magari la scelta frettolosa del tipo di cane non è stata fatta nel modo giusto e quindi il nostro amico non soddisfa le esigenze. Ricordiamoci sempre che il cane è un individuo con dei propri bisogni e caratteristiche che vanno conosciute e prese in considerazione. Ovviamente il cane, essendo un animale empatico e sociale, fa compagnia e in modo naturale crea delle relazioni positive con chi vive con lui. Ma non tutti gli individui lo fanno allo stesso modo e non tutti sono in grado di dare quello che gli viene richiesto. Può essere molto utile fare due ricerche e chiedere consigli e aiuto a chi ha più competenza prima di scegliere che tipologia di cane prendere.

I cani ci seguono ovunque, fanno quello che gli chiediamo essendo grandi collaboratori e pazienti. Se siamo bravi e onesti con loro faremo in modo di risarcirli con delle belle passeggiate, coccole e attività che piacciono a loro. Ma spesso il loro adeguarsi viene visto di buon grado e non si pensa al loro benessere. Un esempio può essere un cagnolino costretto a stare sempre in casa, fare giusto due giri brevi senza poter mai godersi il mondo fuori. Un giorno poi per sfinimento fa un comportamento “sbagliato” e allora viene chiuso in una stanza o abbandonato. Può essere utile allora porsi le seguenti domande prima di prendere un cane: chi si occuperà di lui se la persona per cui è stato preso non lo vuole più? chi si occuperà in caso di malattia o problematiche? Chi se ne occuperà se l’altro non ne vuole più sapere?

Una piccola parentesi sul chi prende cani per aiutare i più piccoli di casa o per compagnia o sotto consiglio di professionisti (medici). I cani non sono delle tate e tanto meno dei dottori. La loro naturale propensione ad essere empatici e socievoli non andrebbe abusata. Crescere con un cane in casa è bellissimo, ma deve essere un rapporto bilanciato e dove i bisogni di tutti vengono soddisfatti. Il cucciolo crescendo può cambiare, sbagliare e non essere più in grado di reggere determinate situazioni. Prima che si creino episodi  pericolosi è giusto intervenire e la supervisione di un adulto deve sempre esserci in modo da creare la giusta comunicazione. Inoltre un grande errore è chiedere ad un cane di fare pet therapy in famiglia. Gli interventi assistiti con gli animali vengono fatti da specialisti in determinati contesti e tempistiche. Può essere d’aiuto prendere un cane per migliorare la vita di un famigliare, ma tenendo sempre a mente che il nostro amico peloso ha delle sue esigenze che non possono essere messe da parte.  Come i cani da caccia non lavorano sempre nemmeno un cane da pet therapy può lavorare sempre. Se proprio vogliamo che il rapporto con il cane sia unico e migliore possiamo chiedere di fare un corso per insegnare determinate attività da fare insieme.

Il cane è il migliore amico dell’uomo, ma la sua naturale caratteristica di essere sociale, socievole ed empatica non deve essere abusata. Il rapporto con un cane deve essere sereno, giusto e bilanciato nel bisogni e desideri di entrambi come nelle vere amicizie.

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